Accoglienza turistica sempre più inclusiva

Laura Favaretti
Accoglienza turistica, Laura Favaretti: «L’innovazione è un percorso programmato verso la sostenibilità»
Innovazione nel settore dell’accoglienza e del turismo congressuale per intercettare le nuove esigenze delle persone, in conseguenza del forte cambiamento sociale ed economico.
È necessario cambiare il business del turismo congressuale e proporre una vera e propria innovazione nel concepire un meeting. Si sente forte l’esigenza di stravolgere le vecchie regole, al fine di proporre una nuova visione sia del convegno, sia dell’occasione da condividere con gli altri invitati.
Sta nascendo una nuova stagione del turismo congressuale e dell’accoglienza turistica più in generale ed è l’occasione per diventare originali e unici nell’organizzazione di un congresso. Con Laura Favaretti, responsabile Padova Convention & Visitors Bureau (Consorzio DMO Padova), cerchiamo di approfondire queste tematiche relative all’innovazione e al turismo congressuale per conoscere le nuove frontiere dell’economia dell’accoglienza.
Quale innovazione prevede nel turismo congressuale?
«Certamente l’attenzione allo sviluppo tecnologico è altissima e sempre di più lo sarà: ormai ogni congresso è dotato della propria App che permette, oltre che di evitare la stampa di materiale, anche un’esperienza più immersiva, mettendo il partecipante al centro e prevedendo interattività con i relatori.
L’innovazione tecnologica, in particolare a seguito dell’emergenza sanitaria, ha trasformato e continuerà a trasformare gli eventi congressuali, in particolare permettendo a un più ampio pubblico la partecipazione, anche da remoto e con modalità molto più interattive che in passato, fino alla realtà aumentata.
Questo, però non ha fatto decrescere il numero di eventi in presenza né il numero di partecipanti: è quando ci si incontra che avvengono gli scambi e i confronti che sono lo scopo dell’organizzazione di eventi e meeting. Scambi culturali, economici, sociali.
E allora la vera innovazione sta e starà nella capacità delle destinazioni di organizzarsi in maniera efficace, di essere in grado di generare un valore aggiunto, oltre a quello economico, dall’organizzazione di eventi business. Innovazione è un percorso serio e programmato verso la sostenibilità, non solo ecologica ma anche sociale, con il coinvolgimento delle comunità locali al fine di lasciare un patrimonio sul territorio, non unicamente finanziario.
Gli organizzatori di eventi ricercano sempre più autenticità nelle destinazioni scelte e questo non può che favorire l’Italia, un paese pieno di tradizioni, di storia, ma anche di capacità di innovare mantenendo le proprie unicità».
A seguito dei cambiamenti sociali ed economici, come sarà l’accoglienza turistica nel futuro?
«L’accoglienza turistica dovrà essere sempre più inclusiva, attenta alle diversità e alle nuove generazioni, personalizzata, tecnologica, fruibile da chiunque e ovunque.
Le destinazioni stanno svolgendo un percorso di trasformazione dove dalla mera informazione turistica si passa alla promo-commercializzazione di destinazione, dove gli enti di marketing territoriale sono, oltre che cappello istituzione, anche e soprattutto aggregatori delle offerte commerciali degli operatori turistici del territorio.
Il fine è quello di offrire ai turisti leisure, ma anche MICE, una proposta integrata del territorio che permetta l’organizzazione della visita e l’acquisto di esperienze autentiche del territorio, sia prima del viaggio, sia durante il soggiorno.
Inoltre, il marketing territoriale volge lo sguardo sempre più all’interno, limitando le attività di promozione generalista e concentrandosi sulla relazione tra turista e cittadino, al fine di favorire una coscienza di accoglienza autentica e sentita dalla comunità locale, ancor prima che dagli operatori economici».
Il turismo congressuale è influenzato dalle strutture di accoglienza e dai trasporti. A che punto è l’Italia?
«Nel 2021, in Italia, erano presenti 32.109 alberghi e oltre 188mila esercizi extra-alberghieri che offrivano, nel complesso, circa 5,1 milioni di posti letto. Dopo due anni negativi, nel 2022 il turismo in Italia è tornato a crescere, registrando quasi 400 milioni di presenze con un boom di turisti stranieri.
A crescere sono soprattutto le città d’arte. L’Italia resta una meta molto interessante per le catene alberghiere internazionali, le camere di catena erano il 13,4 per cento del totale nel 2013 e sono oggi quasi il 20 per cento (ricerca Thrends). Il numero di gruppi alberghieri, anche italiani, è in deciso aumento, coinvolgendo spesso il Sud Italia e prevedendo l’apertura di resort, che diventano interessanti anche per l’offerta MICE.
L’aggregazione, in una nazione dove spesso l’hotellerie è in mano a famiglie proprietarie, può portare maggiore competitività con i grandi player internazionali. Anche l’extra alberghiero, che non viene affatto escluso dai viaggiatori business, si rinnova e trova formule efficaci per diverse tipologie di ospiti.
I dati di traffico passeggeri nei principali aeroporti italiani mostrano numeri in grande aumento rispetto l’anno precedente, addirittura raddoppiati in alcuni casi dal 2021 al 2022. Un traino forte viene dalle isole, con picchi di aumenti durante l’estate. L’alta velocità e il sistema ferroviario in generale offrono occasioni di spostamento dalle grandi città ad altri luoghi di incontri business.
Nonostante la necessità di investimenti in strutture di accoglienza e trasporti, l’Italia è in grado di offrire buone opportunità per eventi nelle grandi città, ma non solo».
Se ben gestito e organizzato, il turismo congressuale in che modo contribuisce alla crescita del PIL nazionale?
«In Italia, il turismo genera direttamente circa il 5 per cento del PIL e incide indirettamente sul 13 per cento dello stesso; rappresenta direttamente il 6 per cento e indirettamente il 15 per cento dell’occupazione totale (Istat). Non è sempre facile, però, determinare l’impatto diretto e indiretto del mondo degli eventi congressuali.
Ci aiuta in questo, dal 2014, l’Osservatorio Italiano dei Congressi e degli Eventi – OICE, un progetto di ricerca promosso da Federcongressi&Eventi, che fotografa e analizza le sedi per eventi, permettendo una efficace panoramica del settore.
Nel 2022 vi è stata la conferma di un’importante ripresa: secondo la ricerca, nelle sedi analizzate, in Italia sono stati complessivamente realizzati 303.689 eventi della durata minima di 4 ore per un totale di 21.215.934 partecipanti – mediamente 70 persone per evento – e 31.706.600 presenze.
I dati confermano che nel 2022 la meeting industry italiana ha registrato una solida ripresa, recuperando oltre il 70 per cento degli eventi realizzati nel 2019, l’ultimo anno di riferimento prima dell’esplosione della pandemia. Un mercato in forte e costante crescita, quindi, che rappresenta un volano non solo economico, ma anche culturale e sociale del Bel Paese».
In che modo influenza l’accoglienza turistica circa le scelte degli operatori economici sul turismo congressuale?
«Le politiche di management territoriale sono fondamentali per attrarre soprattutto i grandi eventi congressuali e associativi. Destinazioni organizzate, consapevoli, che offrono servizi personalizzati, digitalizzate, sostenibili, ma soprattutto autentiche.
Il mondo del congressuale si rivolge con interesse ora anche a territori e destinazioni meno conosciute, con una storia solida ma che guardino al futuro. Proprio per questo realtà come Padova, che rappresento come responsabile del Padova Convention & Visitors Bureau, diventano sempre più ambite e scalano le classifiche delle città scelte per i grandi eventi congressuali.
Padova offre un centro congressi, Padova Congress, di nuova costruzione e all’avanguardia, operatori turistici qualificati, ottimi collegamenti e una città a dimensione d’uomo, sicura, pulita, pensata per far star bene i propri cittadini, ma proprio per questo aperta ad accogliere turisti e congressisti con la medesima attenzione».
Rispetto all’Europa, dove si colloca l’Italia come luogo preferito per il turismo congressuale?
«Secondo la recente ricerca sui dati 2022 di ICCA (International Congress & Convention Association) basata sui congressi internazionali associativi, l’Italia è seconda in Europa (sale dalla quarta posizione del 2021), dopo la Spagna e prima di Germania e Francia. Nella classifica europea per città troviamo Roma e Milano rispettivamente al tredicesimo e diciassettesimo posto.
Seguono nella classifica delle città Bologna (ventisettesima), Firenze (quarantunesima), Torino (quarantaseiesima), Napoli (quarantanovesima), Padova assieme a Venezia (sessantanovesime). L’Italia conferma la sua forte competitività nel panorama internazionale, grazie ai capoluoghi di Regione storicamente trainanti in questo ambito, ma anche grazie al crescere di nuove destinazioni, in un settore in cui programmazione, qualità del servizio e professionalità sono valori imprescindibili per la crescita e il successo di un territorio».