• 23/04/2025

Al via il progetto Poseidone

 Al via il progetto Poseidone

FOTO GRUPPO POSEIDON

Il progetto Poseidone promuove lo sviluppo del territorio attraverso tre settori: tutela di natura e biodiversità, sviluppo di infrastrutture e diminuzione della pressione turistica

 

Un connubio straordinario fra Venezia, che nella storia fu la Serenissima regina del mare, ma che oggi è fra le città più fragili ed esposte ai cambiamenti climatici e Poseidone che oltre a essere il dio greco dei mari è un progetto di grande rilevanza strategica. Poseidone che sta per – Promotion Of green Sea Infrastructure Devoted to a New Environment (Promozione di infrastrutture verdi e blu dedicate a un nuovo ambiente) è stato lanciato lo scorso 12 giugno proprio a Venezia nella sede della Regione.

Inserito nel Programma Interreg Italia – Slovenia 2021-2027, il progetto si colloca all’interno di due obiettivi: quello di creare un’Europa resiliente, più verde e a basse emissioni di carbonio in transizione verso un’economia a zero emissioni e quello finalizzato a rafforzare la protezione e la preservazione della natura, la biodiversità e le infrastrutture verdi, anche nelle aree urbane, riducendo tutte le forme di inquinamento.

La durata del progetto Poseidone è di 36 mesi ed è cofinanziato con i contributi del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale – FESR, per un importo di budget complessivo di 3.500.000 euro da realizzarsi in tre anni. Il suo budget totale ammonta a 4.375.000 euro.

A spiegarci le finalità del progetto è la coordinatrice Cinzia Gozzo di Vegal (Gruppo di Azione Locale della Venezia Orientale con ruolo di capofila di 12 partner). Spiega subito che il progetto interessa l’area adriatica settentrionale che si estende dalla costa veneziana a quella slovena, comprendendo il Friuli Venezia Giulia.

“Poseidone intende promuovere lo sviluppo locale favorendo la tutela della natura e della biodiversità, lo sviluppo di infrastrutture verdi e blu nei siti Natura 2000, la diminuzione della pressione turistica sui parchi naturali e sulle aree ad alta naturalità e favorire la biodiversità in agricoltura per il miglioramento del paesaggio, la tutela delle specie autoctone e la diffusione della conoscenza. Alla base del progetto sta la transizione verso un’Europa più verde e libera da CO2.”

Molte quindi le sfide che il progetto vuole affrontare in un’ottica anche integrata. I confronti su temi e criticità ma anche su soluzioni e buone pratiche, vogliono favorire l’individuazione di nuove metodologie di lavoro congiunto. Sono proprio le soluzioni che si individuano insieme quelle migliori per accelerare il trasferimento di conoscenze.

“Sono anche previsti – evidenzia la coordinatrice – interventi congiunti da parte dei partner per mitigare i cambiamenti climatici nel settore della gestione delle aree protette e ad alta naturalità; ma anche azioni per il miglioramento e implementazione della biodiversità e delle infrastrutture verdi e blu anche finalizzate a ridurre emissioni di CO2. E ancora indirizzi e azioni volti alla tutela della biodiversità e dei diversi paesaggi, a una migliore gestione dei rifiuti sui due lati del confine attraverso anche campagne di sensibilizzazione e di pulizia”.

E poiché cooperare significa conoscere ma anche condividere, l’essenza del progetto si basa proprio sulla gestione della conoscenza e condivisione e scambio di esperienze. È chiaro quindi che questo progetto non solo contribuisce ad accelerare lo sviluppo sostenibile del territorio su scala transfrontaliera e macroregionale, ma ne promuove la tutela. I risultati attesi sono volti a migliorare la biodiversità nell’area litoranea alto Adriatica attraverso azioni di implementazione delle infrastrutture verdi e blu, ma anche di individuazione e implementazione di strumenti per la pianificazione del turismo sostenibile, attività di promozione, conoscenza e valorizzazione dei territori, tutela del paesaggio naturale e agricolo.

La reciproca collaborazione dei partner nell’affrontare le sfide comuni identificate e definire gli obiettivi a lungo termine, partendo dalla capitalizzazione delle precedenti lezioni apprese è il cardine su cui si basa la policy della cooperazione transfrontaliera.

Ma quali sono in sintesi le azioni sulle quali il progetto si impegna?

“Il progetto Poseidone prevede in sintesi attività volte al consolidamento di capacità tecniche istituzionali e trasferimento di conoscenze utili a promuovere strategie innovative di gestione eco-sostenibile per la qualità delle acque e delle spiagge;

attuare conoscenza e monitoraggio degli effetti del cambiamento climatico in ambienti costieri e lagunari identificati come base per pianificare le necessarie misure di mitigazione ed adattamento, attraverso l’installazione di sistemi di monitoraggio e raccolta dati;

monitoraggio degli habitat e delle specie comuni agli areali costieri di rilevanza transfrontaliera, importanti per la biodiversità, monitoraggio della biodiversità dei boschi di pianura;

realizzazione di piccole strutture per migliorare la fruizione delle aree naturalistiche, quali torrette di osservazione dell’avifauna ma anche riqualificazione di aree di sosta in contesti ambientali;

realizzazione di barriere verdi con funzione di protezione delle aree umide da attività antropiche, miglioramento di aree verdi urbane con la realizzazione di barriere verdi a protezione del traffico, campi di conservazione per la tutela delle specie autoctone in agricoltura;

studi sulla capacità di carico di aree naturalistiche e centri storici al centro di rilevanti flussi turistici; attività di informazione e formazione attuate anche attraverso l’imbarcazione Goletta verde con apposite campagne di monitoraggio in ambito marino, lungo la costa alto adriatica interessata dal progetto;

numerosi eventi di promozione.

 

Con quali ricadute?

“Gli output del progetto riguardano attività transfrontaliere quali ad esempio la condivisione di metodologie per la raccolta e l’elaborazione dei dati su specie e habitat, la realizzazione di strategie condivise, azioni congiunte di formazione come quella che prevede l’utilizzo dell’imbarcazione Goletta Verde. Un’altra azione congiunta riguarderà l’elaborazione e condivisione fra partner di un calendario sulle principali azioni di sensibilizzazione e per organizzare interventi di pulizia del mare, delle spiagge, dei fiumi e delle aree naturali con il coinvolgimento dei cittadini.

Lavoreremo anche per elaborare una strategia transfrontaliera per l’identificazione e la creazione di nuove aree protette, volta a sviluppare una visione globale e trasversale ai  confini di ciascun paese ( quindi in un’ottica europea) per identificare misure che arrestino, rallentino o invertano la perdita di biodiversità e che, allo stesso tempo, mitighino gli impatti generati dal cambiamento climatico con l’obiettivo di incrementare la protezione di habitat e specie di alto valore; abbiamo anche previsto la realizzazione di azioni pilota sulla sperimentazione di piattaforme galleggianti per la sosta dell’avifauna marina nell’area marina protetta di Miramare.

 

Per quanto riguarda l’ambito economico, quale sarà l’apporto del progetto?

“Le azioni previste di studio, tutela e promozione della biodiversità, potranno favorire un miglioramento delle condizioni degli habitat e aumentare il numero delle specie presenti. In ambito costiero e lagunare questo miglioramento potrà migliorare l’incremento di una forma di turismo dedicato all’osservazione e alla fruizione degli ambienti naturali e del birdwatching. In ambito agricolo, la tutela delle specie autoctone potrà dar vita a nicchie di mercato che si basano sulla riscoperta e commercializzazione di una maggiore varietà di prodotti locali che, dal un lato potranno garantire una maggiore qualità alimentare e dall’altro favorire la biodiversità in agricoltura”.

 

Quali sono le prossime tappe del progetto e come avete pensato di comunicare via via i vostri risultati per raggiungere molti portatori di interesse?

“Abbiamo avviato varie attività tra le quali risultano i piani di comunicazione tematici per la tutela e la fruizione della biodiversità. La comunicazione si svolgerà non solo attraverso i mezzi e canali consolidati ma vorremmo che accompagnasse puntualmente i vari eventi che realizzeremo nel territorio e nei luoghi interessati dal progetto”.

 

Leggi altre storie di copertina

 

Roberta Lazzarini

Storica, specialista in gestione della conoscenza, divulgazione e comunicazione ambientale

ADV

Leggi anche