• 08/09/2024

Azove, uso responsabile delle risorse

 Azove, uso responsabile delle risorse

Il presidente Alessandro De Rocco e al direttore generale Michela Tedesco

Azove è una società agricola cooperativa veneta, che fa un uso responsabile delle risorse. Ne abbiamo parlato con il presidente Alessandro De Rocco e il direttore generale Michela Tedesco

Il benessere animale e la qualità delle carni sono le due colonne portanti dell’attività di Azove, cooperativa sociale agricola che raduna 80 soci in tutto il Veneto. Tra gli impegni di Azove uno dei più importanti è la sostenibilità – ambientale, economica e sociale – che si fonda sulla cura del territorio e dell’ambiente insita nell’agricoltura.

Al presidente Alessandro De Rocco e al direttore generale Michela Tedesco abbiamo chiesto come fa un allevamento ad essere sostenibile e quali sono gli obiettivi futuri dell’azienda.

Cos’è Azove e quali obiettivi si pone?

«Azove è una società agricola cooperativa. Nata nel 1973 come piccolo consorzio, oggi è la prima organizzazione di produttori di carni bovine del Veneto. Abbiamo 80 soci in tutto il territorio regionale per un totale di circa 400 persone impiegate e 170 milioni di fatturato. Siamo la prima azienda alimentare della provincia di Padova e forniamo grande distribuzione, grossisti e macellerie.

Nel tempo, i nostri servizi e la nostra attività sono cresciuti e oggi, dopo aver aperto nel 2020 uno stabilimento a Cittadella per la lavorazione delle carni, abbiamo il controllo di tutta la filiera, dall’allevamento, alla lavorazione, alla distribuzione. Il nostro prodotto, poi, attraverso la GDO e le macellerie, arriva direttamente sulle tavole dei consumatori.

Questo è importantissimo perché ci consente di controllare tutto il ciclo produttivo: il nostro impegno è garantire attenzione e qualità in tutte le fasi per generare valore in tutti gli anelli della catena. In quanto cooperativa, mettiamo al centro i nostri soci per farli crescere. Cerchiamo di bilanciare le esigenze degli animali, dell’ambiente e della comunità con un uso responsabile delle risorse per garantire il benessere degli animali e la qualità delle carni».

Come viene garantito il benessere animale nei vostri allevamenti?

«Il quadro normativo italiano a riguardo è molto stringente e ci sono molti controlli con parametri da rispettare e per i quali viene assegnato un punteggio dagli enti pubblici. I nostri allevamenti hanno punteggi molto alti. In più, abbiamo nostri veterinari che visitano settimanalmente gli allevamenti e anche esperti di nutrizione che seguono gli animali dal punto di vista dell’alimentazione.

Abbiamo fornitori qualificati di mangimi e alla fine gli animali vengono macellati nel nostro stabilimento. Cerchiamo sempre di migliorare, soprattutto per quanto riguarda l’alimentazione, e per questo collaboriamo con università ed enti di ricerca. Il benessere animale è molto importante per noi e i nostri soci e facciamo investimenti notevoli su questo».

Un allevamento può essere sostenibile? Come?

«La sostenibilità ambientale, sociale ed economica, è da sempre nel DNA di Azove e anche questa è la modernità della cooperazione, in cui coesistono modello mutualistico e imprenditoriale, agricoltura e industria. I nostri allevamenti sono già sostenibili. Abbiamo investito sulle fonti rinnovabili come il biogas e soprattutto il fotovoltaico. Inoltre, i ruminanti quali sono i bovini mangiano molti residui dell’alimentazione umana, avendo quindi funzione di riciclo.

La zootecnia è di per sé sostenibile e in equilibrio con l’ambiente: la difficoltà è quella di comunicarlo e spiegarlo al grande pubblico. Non dimentichiamo poi che l’agricoltura e l’allevamento contribuiscono al mantenimento del suolo e del territorio, tenendolo in ordine e curato».

Ci potete raccontare i vostri principali progetti riguardo la sostenibilità ambientale e sociale?

«Abbiamo diverse iniziative in corso relative alla sostenibilità. Abbiamo un progetto per la riduzione degli antibiotici, avviato quando ancora questo tema non era sentito dall’opinione pubblica. Le nostre carni sono, quindi, antibiotic free. Un altro progetto in corso è quello per ridurre il consumo di acqua nel nostro stabilimento: a tal proposito stiamo lavorando con l’Università di Padova per migliorare anche questi dati e limitare al massimo gli sprechi.

Abbiamo investito molto sul fotovoltaico e anche sui packaging dei prodotti, che sono in cartoncino completamente riciclabili. Infine, ci impegniamo a sostenere i nostri soci e la loro formazione, incentivando l’ingresso nelle aziende agricole e nella nostra struttura di nuove generazioni di agricoltori e allevatori sempre più attenti alla sostenibilità. Un simbolo del nostro impegno su queste tematiche è la scultura green di Antonio Riello realizzata per i nostri 50 anni».

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Annarita Cacciamani

Social brand journalist, racconta l'Emilia Romagna e la sua gente

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