CASAGiN, abbigliamento sostenibile
CASAGiN è una start up di abbigliamento veneta innovativa e attenta alla sua clientela. Abbiamo intervistato la fondatrice Daniela Prandin
CASAGiN, brand di abbigliamento sostenibile, nasce nel 2017 da un’idea di Daniela Prandin e si presenta come unione di benessere e genuinità. CASAGiN è un’azienda ecosostenibile e propone prodotti che impattano poco sull’ambiente grazie all’utilizzo di fibre naturali o riciclate, certificate eco-compatibili.
Collabora con aziende e laboratori a km zero, è un’azienda ecocircolare grazie ai suoi tessuti tecnici con i quali crea diversi prodotti: dai costumi da bagno al pizzo, abbigliamento unico e di design realizzato con un nylon riciclato e un elastomero biodegradabile per concretizzare la circolarità delle fibre.
Un progetto innovativo, una start up che ha ottenuto un successo immediato: qual è il principale punto di forza del progetto?
«Siamo partiti nel 2017 quando trovare materie prime ecosostenibili era difficile, oggi il mercato è molto più attento. Il punto di forza di CASAGiN è sicuramente l’innovazione protagonista assoluta della nostra storia in termini di prodotto, ma anche di artigianato: lavoriamo con laboratori a km zero in provincia di Padova, Venezia, Rovigo e Verona.
Portare tessuti innovativi nei laboratori che da oltre 50 anni sono impegnati in questo settore, far conoscere fibre nuove, come il pizzo biodegradabile che è il progetto più innovativo che abbiamo: questa è innovazione. Innovazione nel riscoprire le piccole aziende, non dimentichiamoci che l’Italia è fatta di piccoli laboratori da 10-12 dipendenti, farle lavorare su questi nuovi tessuti, su nuovi design.
Inoltre, è innovazione, nel mondo della moda, pensare a collezioni continuative, non al solo lancio della sfilata stagionale che dopo sei mesi va dimenticata, ma realizzare prodotti evergreen, continuativi nel tempo. Un concetto semplice, eppure innovativo: perché ci permette di non buttare ciò che è stato appena realizzato».
Come siete riusciti ad arrivare al cuore della gente e cosa intendete fare per continuare a effettuare questo cambiamento?
«Siamo partiti con il sito lanciato a fine 2017, il 2018 è stato effettivamente il nostro primo anno in attività, abbiamo presentato il nostro prodotto inizialmente solo online, ma presto ci siamo resi conto che avevamo bisogno di farci conoscere anche offline.
Abbiamo iniziato a frequentare fiere legate al mondo del benessere, del biologico, della sostenibilità e lì abbiamo trovato la nostra prima nicchia di mercato. Una tipologia di persone già sensibili all’argomento. Durante il Covid, le persone hanno iniziato a interessarsi maggiormente ai mercati online e, soprattutto, a cercare alternative rispetto a ciò che erano abituate a comprare e usare, a farsi domande sul futuro.
Un paio d’anni molto importanti, una forte crescita per noi; successivamente è arrivata la richiesta dai negozi offline, negozi di intimo, con proprietari particolarmente sensibili all’argomento, ma anche farmacie che propongono il nostro prodotto per pelli delicate perché traspiranti e realizzati con fibre naturali, e negozi che vendono prodotti biologici.
Una distribuzione molto atipica. Siamo partiti io e il mio compagno, inizialmente entrambi avevamo un doppio lavoro. Adesso disponiamo di un organico di 4-6 persone e abbiamo collaboratori esterni, anche all’estero. Questo è un anno importante per noi: vogliamo trasformare la società in srl benefit, perché creiamo lavoro, ma creiamo anche prodotti che riescono a fare girare energia pulita e trasparente».
Un progetto, un’idea innovativa in continua crescita: quali traguardi vi aspettano nel prossimo futuro?
«Un progetto su cui sitiamo lavorando e lanceremo a breve è lo slip mestruale. Un prodotto che abbiamo iniziato a studiare l’anno scorso in collaborazione con un’azienda austriaca. Un prodotto estremamente intelligente e interessante perché porta a diminuire l’impatto sull’ambiente.
Una soluzione sostenibile, ma che crea anche benessere, perché lo slip è estremamente comodo e confortevole. Il nuovo prodotto, che uscirà a maggio 2024, ha un tessuto tecnico realizzato in Italia. Un altro progetto su cui stiamo puntando è Essential, una linea di prodotti, realizzati sempre con i nostri tessuti, creati per ottenere un ottimo risultato a un ottimo prezzo: togliendo tutto quello che si poteva togliere.
Ad esempio, abbiamo eliminato il packaging e gli intermediari. Siamo riusciti ad avere prodotti sempre di alta qualità a un prezzo competitivo. E non è solo un discorso di prezzo, ma anche di trasparenza e qualità: il nostro DNA è creare prodotti di alta qualità per tutti».
Riuscite a distinguervi dai grandi brand?
«Siamo stati tra i primi a partire con questo progetto, nel 2017 nessuno aveva queste idee sull’intimo, essere i primi ci ha permesso di creare la nostra nicchia. Ogni nostra linea ha sempre avuto le stesse caratteristiche e siamo trasparenti anche nel prezzo».
Leggendo la vostra storia mi è parsa evidente, fin da subito, una genuina simpatia, e non mi sono stupita nello scoprire che vi presentate come azienda sostenibile anche dal punto di vista sociale: come si è concretizzata questa scelta?
«Noi cerchiamo di lavorare con persone che sono della nostra comunità, ci tengo molto a sottolinearlo perché non è scontato che un’azienda scelga di sostenere la comunità dove produce. Inoltre, stiamo mettendo in piedi diversi progetti per collaborare con laboratori di confezione nati all’interno di carceri femminili, nel sud Italia, ma anche nel padovano.
Stiamo investendo in questi progetti perché è una maniera intelligente, innovativa e strategica per portare benefici nella vita delle persone».
Se qualcuno volesse venire a trovarvi: avete uno showroom?
«Attualmente la nostra sede operativa è a Casalserugo, stiamo ristrutturando il nostro showroom in provincia di Padova. La vendita è affidata ai diversi punti vendita nel territorio e online, ma se desiderate passare a Casalserugo le porte sono sempre aperte».