• 26/01/2025

Confindustria Veneto: timori sulla tenuta dell’economia

 Confindustria Veneto: timori sulla tenuta dell’economia

Enrico Carraro

“Nonostante la fiducia delle imprese sia ancora positiva – sostiene il numero uno degli industriali Enrico Carraro -, le politiche di contrasto all’inflazione perseguite fin qui, possono provocare a breve significative ricadute sul fronte degli investimenti”

Negli ultimi tempi sta emergendo, in modo evidente, una situazione potenzialmente critica per le imprese venete. Nonostante le aziende mantengano ancora un clima di fiducia positivo, si stanno vedendo alcuni segnali preoccupanti all’orizzonte. I segnali ci sono. Per quanto riguarda il credito e l’indebitamento, nell’ultimo anno si è registrata una diminuzione del credito alle imprese di 23 miliardi di euro; il tasso medio pagato sui prestiti è passato dall’1,4% al 4,52%, con punte che superano il 5%; i livelli di sofferenza bancaria sono raddoppiati, passando dal 2% nel 2021 al 3,8% nel 2023. Si teme che la riduzione del credito alle imprese o l’accesso più difficile possano avere un impatto negativo sugli investimenti e quindi sulle prospettive di crescita del Pil.

Come evidenziato anche dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, e dai dati dell’ultima congiuntura flash di Viale dell’Astronomia, è necessario allentare l’accelerazione improvvisa dei tassi di interesse promossa dalla Bce per contrastare l’inflazione, al fine di evitare che ciò porti alla recessione. Questa escalation, se non mitigata, potrebbe avere a breve un impatto significativo sugli investimenti, ai quali si aggiunge anche la mancanza di una politica incentivante basata sul modello di “Industria 4.0”.

“Alcune delle nostre filiere stanno subendo richieste, se non addirittura pressioni, per una riduzione dei prezzi a fronte di costi delle materie prime e dell’energia che si mantengono ancora al di sopra della situazione pre-conflittuale – ha commentato il presidente di Confindustria Veneto (sito web), Enrico Carraro -. Ciò comporta una ulteriore erosione dei margini operativi. Tra i distretti, quello del “freddo”, sia industriale che domestico, registra previsioni molto preoccupanti per la seconda metà dell’anno e anche quello del “caldo” è fermo con magazzini in over stock. Dopo la fine del Superbonus 110% c’è una brusca frenata nell’edilizia che, come noto, trascina molti altri settori. In generale l’utilizzo della C.I.G. sta crescendo, senza contare che la Germania (nostro importante mercato di sbocco) è ferma e che l’economia cinese sta rallentando vistosamente, nonostante la riapertura post-pandemica”.

Inoltre, la forte crescita dell’inflazione comporta altri fattori critici: se da un lato ha determinato una chiara diminuzione dei consumi anche a livello regionale nell’ultimo mese, dall’altro comporta adeguamenti salariali previsti dai contratti molto più elevati rispetto alle aspettative, con pesanti conseguenze per i già sofferenti bilanci aziendali.

Per il presidente degli industriali veneti Carraro è necessario valutare correttamente la situazione, evitando facili pessimismi o ottimismi: se i dati del primo trimestre del 2023 sono ancora positivi, grazie a un buon finale del 2022 che aveva fatto intravedere una ripresa consistente dell’economia, non bisogna illudersi che la nostra economia sia al di fuori di ogni difficoltà. Ci sono infatti “molti elementi critici che devono essere affrontati con urgenza, altrimenti i problemi si manifestano con tutta la loro gravità già dall’autunno prossimo”, conclude il presidente di Confindustria Veneto.

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Enrico Carraro

 

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Nicola Brillo

Nato a Venezia (1976), laurea in giurisprudenza, giornalista professionista. Ha maturato esperienza in quotidiani e periodici economico-finanziari.

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