Costruzioni: lieve calo, previsioni positive
Presentata l’indagine di Edilcassa Veneto e Unioncamere del Veneto sul mercato delle costruzioni nel primo trimestre 2024
Nel primo trimestre del 2024, il fatturato del settore delle costruzioni segna una lieve diminuzione, pari al -1,8% rispetto alla fine del 2023, segno di un calo fisiologico dopo la spinta del Superbonus e degli incentivi edilizi. Su base annua la variazione è più contenuta e si attesta sul -0,6%.
A dirlo è l’analisi congiunturale sul settore delle costruzioni, promossa congiuntamente da Edilcassa Veneto e Unioncamere del Veneto ed effettuata su un campione di 600 imprese con almeno un dipendente.
I principali indicatori e dati previsionali sul mercato delle costruzioni sono stati presentati in occasione del rinnovo della convenzione triennale 2024-2027 tra le due organizzazioni, a 15 anni dall’avvio della collaborazione per la realizzazione dell’Osservatorio congiunturale sul mercato delle costruzioni nel Veneto.
Dichiarazione di Giovanni Lovato, Presidente di Edilcassa Veneto
“Quest’anno festeggiamo 15 anni di collaborazione tra Edilcassa Veneto e Unioncamere del Veneto. Un accordo siglato nel 2009 che ha prodotto un importante strumento di elaborazione dati, l’Osservatorio trimestrale delle costruzioni, indispensabile per un’analisi dettagliata e scientifica del settore. Studiare approfondire i dati sul territorio e l’andamento del mercato con l’obiettivo di anticipare i fabbisogni, le future criticità e punti di forza e offrire spunti di programmazione alle imprese e agli enti pubblici e privati.
Proprio analizzando i dati degli anni precedenti, si poteva già prevedere infatti il trend di questi primi tre mesi dell’anno. Il 2023 è stato un anno ancora positivo che ha consolidato i risultati raggiunti nei due anni precedenti a seguito del Superbonus 110%. Ma nel primo trimestre 2024 le imprese hanno subito una lieve flessione per quasi tutti gli indicatori economici: diminuzione del fatturato dell’1,8% e degli ordinativi dell’1%, stazionarietà occupazionale su base annua con una leggerissima crescita dello 0,7% rispetto all’ultimo trimestre del 2023 e aumento dei prezzi del 5,8% imputabile ai costi elevati delle materie prime. Ciononostante, i principali indicatori di Edilcassa si mantengono in territorio positivo, sia con riferimento alla massa salari che alle ore lavorate.
La fine del Superbonus dunque ancora non è stata compensata dagli effetti dell’inizio cantieri del Pnrr che sta subendo rallentamenti ma che probabilmente impatterà in modo marginale sulle imprese artigiane, salvo che per eventuali subappalti.
Stiamo invece attendendo gli adeguamenti alla direttiva UE “Case green” in tema di rigenerazione energetica, che coinvolgeranno maggiormente le Pmi. e che potrà rappresentare una buona leva di ripresa.
Le previsioni per i prossimi mesi sono positive per le imprese artigiane, sia di piccole che di medie dimensioni, tanto che prevedono un aumento del fatturato del 12,3% nei prossimi 3 mesi e un incremento degli ordini del 16,8%, che porteranno ad una maggiore domanda anche di occupazione dell’8,5%.
Un dato interessante emerso dall’Osservatorio di questi primi tre mesi dell’anno è quello relativo alla cessione del credito. A seguito delle restrizioni adottate dal Governo, il 13,6% del campione analizzato di 600 aziende ha dichiarato di aver dovuto rivedere gli accordi con banche ed intermediari finanziari, il 5,3% di aver cercato altri intermediari e il 6,2% di aver invece dovuto recedere dai contratti già stipulati. In ogni caso il 58,4% del totale ha affermato di non aver problemi rispetto alle nuove norme”.
Dichiarazione di Francesco Andrisani, Vicepresidente Edilcassa Veneto
Sul fronte occupazionale nel Veneto il settore registra una certa stabilità su base annua, con una lieve crescita nel primo trimestre dello 0,7%. A tenere sono soprattutto le imprese di grandi dimensioni (oltre i 9 addetti), che si attestano sul
+1,4%, a fronte di una diminuzione dell’occupazione nelle imprese di piccole dimensioni, che segnano una variazione negativa dell’1,3%.
Nel 2023 l’andamento occupazionale è stato decisamente positivo con un aumento del 2,9% rispetto all’anno precedente, ben oltre il dato nazionale che ha registrato una flessione di oltre l’1%. Certo, se confrontiamo il dato con il 2010, il gap è ancora rilevante, segnando una variazione negativa, che tradotto in numeri assoluti significa la perdita di quasi 38 mila addetti in 13 anni. Ora il dato si è stabilizzato.
Sempre il 2023 ha messo in evidenza una crescita importante dell’occupazione dipendente (+11,2%) a fronte di una diminuzione di quella indipendente (-5,9%), a testimonianza che il settore richiede sempre più imprese maggiormente strutturate e dinamiche.
Resta il tema, sempre caldo, delle difficoltà di trovare personale, specie quello qualificato. Il settore oggi si caratterizza per la presenza di personale con un’età media elevata, vanno stimolati i giovani ad entrare nel settore con programmi specifici di informazione e formazione professionalizzante, così come previsto anche dalla contrattazione collettiva di settore.
Le sfide legate allo sviluppo del PNRR: in Veneto i progetti legati al Pnrr sono oltre 15mila, dei quali 9.350 validati e altri 5.800 in corso di validazione, per una spesa prevista di quasi 10,3 miliardi, impongono nuovi investimenti dal punto di vista delle nuove tecnologie, delle certificazioni e degli adeguamenti alle nuove normative, serve l’impegno da parte di tutti gli attori del sistema, ivi compresi i nostri Enti Bilaterali Edilcassa Veneto e SICURFORM Veneto.
Rimane sempre caldo il tema degli infortuni sul lavoro; se è vero che i dati di Edilcassa riferiti al 2023 hanno evidenziato che gli infortuni sono rimasti stabili rispetto all’anno precedente, non si può in ogni caso sottacere il fatto che sono ancora tanti, troppi gli eventi di infortunio che colpiscono il nostro settore. C’è bisogno di maggiore sicurezza, di investire di più sulla formazione, sia quella iniziale, sia quella di aggiornamento; va radicata la cultura della sicurezza in tutti coloro che lavorano nei cantieri, anche attraverso una maggiore prevenzione, formazione e vigilanza sui luoghi di lavoro”
Dichiarazione di Antonio Santocono, neo Presidente di Unioncamere del Veneto e presidente della Camera di Commercio di Padova
“L’Osservatorio congiunturale sul mercato delle costruzioni nel Veneto fornisce un quadro aggiornato a cadenza trimestrale dei principali indicatori e delle previsioni per un settore che, in Veneto, genera valore aggiunto per 9,2 miliardi di euro e conta circa 62 mila imprese – commenta. “Quello a cui stiamo assistendo, ci dice l’indagine, è un fisiologico rallentamento dovuto al venir meno della spinta del Superbonus e degli incentivi edilizi dopo un 2023 in cui, nonostante un quadro geopolitico ed economico molto instabile, l’economia italiana ha dimostrato la sua stabilità.
Ora le imprese fanno i conti con una diminuzione del fatturato dovuta alla contrazione della domanda e degli ordinativi. Pesa inoltre l’incremento dei costi di produzioni spinti dalla pressione inflazionistica, che dovrebbe però rallentare nel corso dell’anno. C’è quindi meno ottimismo sui futuri livelli di attività e su nuovi appalti, ma allo stesso tempo il comparto confida nell’apertura di nuovi cantieri legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
L’attività di indagine realizzata con Edilcassa Veneto va quindi ad arricchire il sistema di monitoraggio e lettura dei fenomeni dell’economia regionale di Unioncamere del Veneto, che ci consente di rafforzare la cultura del dato e la capacità di offrire alle imprese strumenti di interpretazione degli scenari e di orientamento sul mercato. Per questo rinnoviamo con grande piacere e convinzione questa collaborazione storica”.
Dopo un 2023 in cui si è confermata la solidità dell’economia italiana a fronte di un quadro geopolitico ed economico connotato da elevata instabilità, secondo le ultime proiezioni di Prometeia di aprile, il PIL del Veneto per il 2024 è previsto in crescita del
+0,8%. Sulle previsioni pesa soprattutto la contrazione del valore aggiunto nel settore delle costruzioni (-6,5%) e negli investimenti fissi lordi (-1,5%). La frenata prevista nel settore dell’edilizia è riconducibile ad un fisiologico rallentamento dopo il periodo di forte crescita stimolato dagli incentivi edilizi e Superbonus 110%. Ma se la spinta legata ai bonus casa cesserà, nel nuovo anno il comparto dell’edilizia punta tutto sull’apertura di nuovi cantieri legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Sul piano dimensionale le dinamiche sono state abbastanza differenziate tra loro, ma comunque di segno negativo. Le imprese di medie dimensioni (dai 6 ai 9 addetti) hanno sofferto maggiormente con una decrescita del fatturato -1,2%, seguono le imprese di grandi dimensioni (oltre i 9 addetti) che hanno avuto flessione del -0,7%, mentre le piccole imprese (da 1 ai 5 addetti) hanno segnato un -0,4%.
A livello territoriale la decrescita regionale del fatturato è stata trainata soprattutto dalle imprese operanti nelle province di Rovigo e Padova (rispettivamente -2,3% e -2% la variazione tendenziale), mentre stazionarie o con pochi punti sotto lo zero le altre province, ad eccezione di Treviso e Vicenza, che hanno fatto segnare andamento positivo (rispettivamente +1,1% e +0,5%).
In linea generale il rallentamento è imputabile in ogni caso alle forti crescite avvenute nel 2022 e fino al primo trimestre 2023, quando la spinta degli incentivi fiscali era ancora molto forte, e dunque va messo in relazione con i dati di crescita dei relativi trimestri precedenti, in particolare rispetto al 1° trimestre 2023.
Inolte, la crescita registrata nel 2021-2023 si deve in particolare alla possibilità di abbinare agli incentivi la cessione del credito fiscale o di utilizzare lo strumento dello sconto in fattura, opzioni che sono state rese sempre meno utilizzabili, fino alla loro totale cancellazione, con le decisioni del Governo nell’ultimo anno.
Il calo molto contenuto, in ogni caso, potrebbe essere una parziale buona notizia se messo in relazione con il ritardo nell’avvio dei cantieri del Pnrr in Veneto, un fattore che potrà influire positivamente a partire dalla seconda metà del 2024, controbilanciando la riduzione degli investimenti nelle ristrutturazioni e rigenerazioni energetiche degli edifici, che potranno comunque godere degli incentivi fiscali ancora attivi (50%, 65%, 70%), ma con un impatto presumibilmente minore.
Gli altri indicatori
Ordini
Nel primo trimestre del 2024 gli ordinativi del comparto delle costruzioni hanno segnato una variazione negativa sia per le imprese non artigiane che per quelle artigiane. La diminuzione per le non artigiane è stata del -0,9% rispetto a ottobre- dicembre 2023 e dello -1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La variazione per le imprese artigiane è stata maggiormente negativa rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, -1,7%, e ancora negativa rispetto al quarto trimestre 2023, -0,9%. Sotto il profilo dimensionale, il calo degli ordinativi è stato maggiore per le imprese di grandi dimensioni (-2,6%) mentre piccole e medie imprese hanno registrato rispettivamente decrementi del -0,1% e del -1,5%.
A livello territoriale la maggior perdita degli ordinativi si è registrata per le imprese nelle province di Padova (-4,3%) e Rovigo (-2,4%). Altre variazioni negative degli ordinativi si registrano a Verona e Belluno, mentre si segna una variazione lievemte positiva degli ordinativi per Treviso (+0,4%) e Vicenza (+0,3%).
Prezzi
Il trimestre in esame continua ad essere segnato da una crescita del livello dei prezzi. Questo trimestre segna una variazione del +5,8%, mentre tra ottobre e dicembre l’aumento dei prezzi era stato del +3,7% su base annuale. La crescita dei prezzi è stata avvertita con una differenza di poco più di un punto percentuale per le imprese artigiane (+6,1%) che da quelle non artigiane (+5,4%).
A livello dimensionale l’aumento è stato avvertito maggiormente dalle grandi imprese (+7,1%), seguono le imprese di medie dimensioni (+5,5%), infine le piccole (+4,7%). Guardando al territorio, un paio province venete hanno segnato rincari sopra alla media regionale, con Padova +7,2% e Venezia +7%. Il rincaro dei prezzi è sentito meno nella provincia di Rovigo, che registra un +3,7%.
Occupazione
Nel primo trimestre del 2024 gli occupati nel settore costruzioni sono stabili su base annua (+0,1%) e si registra invece una lieve crescita rispetto al trimestre precedente (+0,7%). Questa stazionarietà occupazionale, a livello tendenziale, ha interessato una crescita delle imprese non artigiane (+1,2%) mentre quelle artigiane registrano un decremento del -1,1%. Molto diversificata la dinamica occupazionale tra le classi dimensionali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: mentre le imprese di piccole dimensioni registrano una variazione negativa -1,3%, le imprese di grandi dimensioni registrano una crescita del +1,4% e quelle di medie dimensioni registrano una variazione del +0,2%. A livello territoriale sono aumentati gli occupati nella provincia di Venezia (+4,9%).
Mentre per le altre provincie l’andamento occupazionale è simile alla media regionale, fatta eccezione per la provincia di Belluno che registra una flessione negativa del – 2,9% rispetto allo scorso anno, assieme a Vicenza e Verona che segnano un -1,8%.
Previsioni
Le prospettive degli imprenditori per il secondo trimestre dell’anno (aprile-giugno 2024) rimangono positive. I saldi tra coloro che prevedono un incremento e coloro che si attendono una diminuzione sono risultati positivi per tutti gli indicatori analizzati, esclusi i prezzi, anche se in diminuzione rispetto alle previsioni del trimestre precedente. Per il fatturato il saldo è risultato pari a +12,3 p.p. in aumento rispetto alle previsioni del trimestre precedente (+10,7 p.p.).
Le prospettive sono decisamente più rosee per le imprese artigiane (+14,2 p.p.) e per quelle di piccole dimensioni (+12,7 p.p.). Per quanto riguarda gli ordinativi il saldo è positivo e con un elevato incremento rispetto allo scorso trimestre, arrivando a +16,8 p.p. Lievemente positive anche le previsioni sull’occupazione, con un saldo a +8,5 p.p., in aumento di circa 4 p.p. rispetto al trimestre precedente. Cresce di nuovo il giudizio sull’aumento dei prezzi. Per i prossimi 3mesi del 2024 le aziende prevedono un aumento dei prezzi con un saldo pari a +30,3 p.p. (in discesa rispetto a +32,3 p.p. del trimestre precedente).
Mercati
Sul fronte dei mercati, nel primo trimestre 2024 la quota di chi vede il mercato della nuova costruzione residenziale in crescita nei prossimi tre mesi cala ulteriormente e in misura consistente, con uno scarto di -42,7 punti percentuali (erano -18,8 il trimestre precedente) e con un numero di rispondenti che vede il mercato stabile quasi dimezzato, pari al 35,0%, (era il 61,0% il trimestre precedente), un calo netto e deciso anche rispetto al primo trimestre 2023, quando quando era al 70,8%.
In forte diminuzione le prospettive per l’edilizia non residenziale di nuova costruzione rispetto al trimestre precedente, con il 47,0% di rispondenti che vede il mercato invariato (erano il 76,6% il trimestre precedente), con il saldo tra le risposte positive e quelle negative che scende a -28,5 p.p., in forte calo rispetto a quello del trimestre precedente, quando era positivo e pari a +1,8 p.p.
Diminuiscono ancora le aspettative per i prossimi mesi nel mercato della ristrutturazione, che vede diminuire consistentemente la quota di rispondenti che vedono il mercato stabile, 49,4% contro i 60,5% del quarto, con un divario tra chi vede il mercato in crescita per la prima volta negativo dopo molti trimestri, pari a -4,2 p.p. (era +10,0 il trimestre precedente), ancora con una forte differenziazione tra imprese artigiane (+0,8 p.p.) e imprese non artigiane (-14,0 p.p.).
Le opere pubbliche mostrano al contrario segnali positivi, dovuti alle aspettative per i lavori legati al Pnrr, con una riduzione nel dato relativo alla stabilità del mercato, 40,0 p.p. contro i 76,4 del trimestre precedente, ma con un incremento consistente dello scarto tra attese positive e negative, che passa dai 15,4 p.p. del quarto trimestre 2023 ai 51,5 p.p. del primo trimestre 2024.
Approfondimento
Le domande focus evidenziano ancora una volta il forte impatto che il Superbonus 110% ha avuto sul settore, ma anche l’esaurirsi di quella fase straordinaria di mercato. Il 54,2% degli intervistati ha dichiarato di aver già concluso tutti i lavori che avevano aperti, mentre è solo pari al 2,0% la percentuale di imprese con cantieri aperti e in via di conclusione. Trascurabile la percentuale di imprese con cantieri aperti da poco e che si concluderanno nel 2024, nell’ordine dello 0,3%.
Interpellati sulle norme restrittive del Governo in tema di cessione dei crediti, il 13,6% ha dichiarato di aver dovuto rivedere gli accordi con banche ed intermediari finanziari, il 5,3% di aver dovuto cercare altri intermediari e il 6,2% ha dichiarato di aver dovuto recedere dai contratti già stipulati per l’impossibilità di cedere il credito. Il 5,0% ha dichiarato di non aver problemi rispetto ai cantieri in essere. Molto rilevante la percentuale di rispondenti, pari al 58,4%, che ha dichiarato di non avere problemi rispetto alle nuove norme, un valore ancora in crescita rispetto alle precedenti rilevazioni. I problemi principali da parte delle imprese sono relativi soprattutto all’aumento del costo dei materiali (31,0% dei rispondenti) e al loro reperimento (18,3%).
Interpellati sull’avvio della fase più operativa del Pnrr, il 17,8% degli intervistati ha dichiarato di aver già avviato lavori finanziati dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, mentre un ulteriore 5,7% ha dichiarato di avere alcuni lavori in fase di avvio, e un ulteriore 12,5% di rispondenti ha dichiarato di aver per ora ricevuto richieste per alcuni preventivi ma di non avere ancora sottoscritto contratti.
Dal punto di vista delle modalità organizzative relative all’esecuzione dei lavori con il Pnrr, il 32,1% è impresa capofila, l’10,9% è inserito in una rete di imprese e la maggior parte dei rispondenti è subappaltatore, con una percentuale pari al 48,2%, percentuale che non si differenzia molto tra artigiani (47,7%) e non artigiani (49%), un valore che evidenzia la dimensione dell’impatto del Pnrr non solo in termini di mercato, ma soprattutto anche in organizzazione dei cantieri e delle attività operative delle imprese.
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