Crollano i prestiti bancari alle Piccole Imprese

Crollano i prestiti bancari alle Piccole Imprese: in Veneto meno 821,2 milioni di euro
Meno prestiti alle micro-realtà e Partite IVA con conseguente rischio di usura, questo è l’allarme che è emerso da una recente analisi realizzata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre. Nel complesso, i prestiti erogati a queste piccole imprese, esercenti, piccoli commercianti, artigiani e lavoratori autonomi, è passato da 13,1 a 12,3 miliardi di euro. Spiega Cgia Mestre che «Queste micro-realtà, tradizionalmente sottocapitalizzate e a corto di liquidità, da tempo non sono più appetibili commercialmente dal sistema bancario. Pertanto, la stretta creditizia venutasi a creare – associata all’esplosione del commercio on line, alla storica concorrenza praticata dalla grande distribuzione, al peso delle tasse e dei costi fissi – ha contribuito a diminuire in misura significativamente preoccupante il numero delle botteghe e dei negozi di prossimità presenti nel Paese. Una scia di chiusure iniziata molto tempo fa che, purtroppo, si sta ritorcendo contro le famiglie, che vedono peggiorare la qualità della vita dei luoghi in cui vivono, ma anche contro gli istituti stessi, che hanno perso correntisti e quote di mercato non trascurabili».
Calo prestiti in Veneto
Tra il 2021 e il 2022, le regioni che hanno subito le contrazioni più importanti sono state il Veneto con il -6,24% (pari a -821,2 milioni di euro), l’Umbria con il -6,49% (-137,1 milioni), il Friuli Venezia Giulia con il -6,54% (-177,8 milioni) e, in particolar modo, la Liguria con il -7,12% (-214,4 milioni di euro).
Se da un lato queste importanti contrazioni possono trovare una spiegazione anche nella chiusura di banche importanti come Veneto Banca e Popolare di Vicenza è innegabile che questa assenza di liquidità rischia di causare diverse chiusure incontrollate delle piccole imprese. In particolare, il documento di Cgia Mestre registra situazioni particolarmente critiche a Treviso, Padova e Vicenza. Impressionante la zona dei Colli Berici Vicentini che ha registrato una contrazione pari al 43,3 per cento.
Cause e rischio usura
Sempre il documento sottolinea come non sarebbe corretto accusare le sole banche di questo risultato in quanto le restrizioni imposte dalla Banca Centrale Europea in materia di erogazione del credito nell’ultimo decennio sono state diverse e particolarmente decisive. Vincoli che hanno di fatto chiuso i diversi canali di approvvigionamento di liquidità utilizzati dai piccoli imprenditori.
Imprenditori che, purtroppo, per sopravvivere si sono rivolti ad usurai, come sottolinea Cgia Mestre «un fenomeno, quello dello “strozzinaggio”, molto “carsico” e sempre più spesso “controllato” dalle organizzazioni criminali di stampo mafioso che, nei momenti di difficoltà, sono gli unici soggetti che dispongono di ingenti quote di denaro pronte ad essere immesse nel mercato economico».
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