Gamindo, videogiochi a impatto sociale
Gamindo offre una soluzione innovativa per la formazione aziendale e il marketing, utilizzando il gaming per creare esperienze di grande impatto
Gamindo è una start up innovativa, con sede a Treviso, che sviluppa videogiochi personalizzati per due scopi principali: formazione aziendale e marketing. Infatti, attraverso il gaming è possibile trasformare le sessioni di formazione in esperienze coinvolgenti e interattive per i dipendenti, aumentando la retention delle informazioni e l’entusiasmo per l’apprendimento.
Inoltre, sempre attraverso il gaming è possibile divertire, coinvolgere e intrattenere i clienti, rafforzare il brand e creare un senso di appartenenza alla community. Ne abbiamo parlato con Nicolò Santin, Ceo e Co-founder di Gamindo, che ci ha spiegato com’è nata l’idea, quali sono i progetti a cui hanno lavorato e quali sono le prospettive future dell’azienda.
«Gamindo è una start up specializzata nello sviluppo di videogiochi personalizzati per le aziende, con scopi promozionali verso i clienti e di formazione verso i dipendenti – spiega Nicolò Santini –. Il progetto iniziale, un’app per far donare le persone agli enti non profit senza spendere giocando con i videogiochi, è nato durante il mio percorso universitario a Ca’ Foscari ed è stata la mia tesi di laurea.
L’idea si è evoluta nel corso del tempo, per la complessità di unire il mondo profit con quello non profit, e si è passati allo sviluppo generico di videogiochi per le aziende». Come spiegato da Santin, la mission di Gamindo è quella di portare il potenziale dei videogiochi in tutte le aziende del mondo, per farle crescere con i loro clienti e dipendenti.
I valori aziendali a cui fanno riferimento sono: ambizione, apertura, responsabilità, collaborazione e gratitudine. Dal 2019 a oggi, lo sviluppo della start up è stato notevole. Inizialmente, Gamindo creava solo giochi che permettevano di donare giocando. Attualmente, la start up si è spostata sempre di più su giochi educativi, per clienti e dipendenti delle aziende.
I progetti con donazione associata esistono ancora, ma sono la minoranza. Tuttavia, le donazioni sono ancora un aspetto importante e in alcuni progetti c’è un budget totalmente destinato agli enti no profit. «Ad esempio, con Discovery Italia abbiamo creato un videogioco sul cartone Oggy e i maledetti scarafaggi dove si poteva donare all’Ospedale Buzzi di Milano – spiega Santin –.
Con Acqua di Parma, il gioco permetteva di donare a Dynamo Camp, piuttosto che con Lavazza si è donato a dei progetti realizzati proprio dalla Fondazione Lavazza. Come funziona il meccanismo: le aziende, oltre al costo di sviluppo del gioco (fonte di ricavo di Gamindo), stanziano un budget per la donazione. Si definisce il valore di una partita (solitamente 1 centesimo per partita) e più si gioca più si dona, fino a raggiungere il budget a disposizione».
L’impatto sociale positivo attraverso i giochi è un aspetto fondamentale per la società: «La nostra vision è quella di diffondere le informazioni in modo coinvolgente. Crediamo fortemente che il gaming sia un mezzo con un potenziale enorme per educare le persone e trasferire conoscenza in modo efficace, misurabile e soprattutto divertente».
Come spiegato da Santin lo sviluppo dei giochi è fatto tramite un software proprietario, che consente di velocizzare lo sviluppo e migliorare la qualità finale. I giochi sono webgame HTML5, che possono essere integrati ovunque: siti, social, app, QR-code e molto altro.
L’obiettivo è garantire un’esperienza utente coinvolgente e al contempo utile dal punto di vista sociale: «La maggior parte dei nostri giochi comprende, oltre alla componente ludica, anche quella educativa. Cerchiamo di equilibrare la parte di gioco con quella di formazione, per portare l’utente a imparare sempre qualcosa di nuovo giocando. Abbiamo fatto giochi per educare su vari temi: sostenibilità ambientale, cybersecurity, inclusione sociale, valori aziendali e molto altro».
La metodologia di Gamindo ha raggiunto importanti risultati e successi. Infatti, si sono aggiudicati il Piano Nazionale Innovazione ICT e sono stati accelerati da Plug and Play in Silicon Valley. Hanno raccolto mezzo milione di euro da investitori e i loro giochi hanno avuto più di 2 milioni di utenti.
Parlando dei piani futuri della start up, l’obiettivo è quello di espandersi fuori dai confini nazionali. «Vogliamo creare dei prodotti che ci consentano di scalare l’azienda su scala globale, offrendo sia una piattaforma tecnologica per creare in autonomia i giochi che il servizio di sviluppo di giochi ad hoc. Vogliamo espanderci fuori Italia: l’Europa in primis, ma vogliamo puntare agli USA».
Infine, abbiamo chiesto a Nicolò Santin un’opinione in merito all’intelligenza artificiale. «Crediamo che la IA porterà a un cambiamento epocale nell’umanità. È innegabile che ci saranno tante opportunità, ma anche minacce, dietro a questa rivoluzione.
Noi, in Gamindo, abbiamo già iniziato a investire sulla Generative AI e abbiamo già creato dei primi giochi con grafiche interamente realizzate tramite intelligenza artificiale e dei primi quiz con i contenuti di domande e risposte sempre generate da IA».
Gamindo rappresenta un esempio brillante di come l’innovazione possa essere messa al servizio della società, dimostrando che il gioco può essere molto più di un semplice passatempo: un mezzo per educare, coinvolgere e fare la differenza nel mondo.