Il networking come fattore di crescita

Il networking come fattore di crescita. In questa intervista Marco Rossi, vicepresidente Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Veneto Est, racconta opportunità, innovazione e competitività per i giovani imprenditori
Dal primo gennaio 2023 gli imprenditori delle province di Venezia, Padova, Rovigo e Treviso hanno unito le loro forze per dare vita a Confindustria Veneto Est: per dimensioni, è la seconda associazione territoriale del sistema Confindustria e può contare su 5mila aziende aderenti e su circa 278mila collaboratori. A svolgere la funzione di laboratorio di idee e sviluppo di imprenditorialità ci pensa il Gruppo Giovani dell’associazione, che comprende persone tra i 18 e i 40 anni.
Abbiamo intervistato Marco Rossi, vicepresidente delegato al territorio di Rovigo del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Veneto Est e Amministratore Delegato di Irsap Spa.
Mi parli delle opportunità di crescita, networking e formazione che offrite ai giovani imprenditori del vostro territorio.

«Il nostro presidente Luigi Gorza, eletto alla fine del 2024, ha chiarito in maniera netta quale sarà il percorso di formazione rivolto ai giovani. Ogni anno ci sarà un tema: il primo è stato definito all’interno del Comitato Direttivo mentre il successivo sarà frutto di un’indagine tra gli associati. Il tema di cui si parlerà nel corso del 2025 è la leadership e di come essa si lega alle scelte e al cambiamento.
Ci vogliamo chiedere qual è lo stile di leadership che i giovani dovrebbero avere per poter gestire il periodo di transizione e di volatilità che stiamo vivendo. Non solo i professionisti del futuro, ma anche i leader devono adattarsi a questo tipo di cambiamento. Per questo stiamo strutturando un programma fatto di interventi formativi a cura di docenti e professionisti, ma anche di imprenditori di prima e seconda generazione.
Le testimonianze degli imprenditori sono fondamentali perché raccontano sia le scelte giuste che quelle sbagliate, essendo in entrambi i casi motivo di apprendimento. Dai giovani che sono entrati da poco in azienda cerchiamo di far emergere i primi segni di cambiamento che sono stati capaci di lasciare».
Come si esprime il supporto di Confindustria Veneto Est all’innovazione e alla digitalizzazione delle imprese?
«L’associazione ha dato a tutte le province che ne fanno parte l’opportunità di accedere a una gamma di servizi molto ampia. Mi riferisco alla consulenza sugli incentivi fiscali a sostegno dell’innovazione e degli investimenti, ma anche all’internazionalizzazione. Un tema già molto trattato, ma al quale molte imprese in Veneto guardano ancora con interesse, in quanto il mercato estero è visto come un ambito di sviluppo potenziale.
Specialmente nel Gruppo Giovani, il networking gioca il ruolo fondamentale di mostrare come l’innovazione possa essere un nuovo marchio di fabbrica: il contatto con imprenditori che operano negli ambiti più diversi permette di sviluppare idee e di capire che tecnologie innovative adottate altrove possono essere impiantate con successo anche nel proprio settore».
Quali sono le infrastrutture e i servizi che ancora mancano in questa parte del Veneto per renderlo ancora più competitivo?
«Le infrastrutture sono sicuramente necessarie per movimentare l’economia del Veneto e per mettere veramente a regime quella che oggi sulla carta è un’unione di intenti e di professionalità. Purtroppo, le province sembrano vicine, ma sono ancora distanti. Inoltre, sono molto diverse tra loro: per esempio, Treviso e Padova hanno infrastrutture molto evolute, mentre Rovigo ha ancora molte criticità sul fronte dell’infrastruttura elettrica.
Basti pensare che lo scorso anno, solo nella mia azienda, che opera nel settore metalmeccanico, abbiamo avuto circa 56 fermi produttivi per cali di tensione, con una perdita stimata che si avvicina al mezzo milione di euro. Da molti anni si discute di una metropolitana di superficie che unisca le quattro province: si tratta di un progetto concreto di mobilità, ma non basta. Dobbiamo riuscire a creare un Veneto che non guardi solo al suo interno, come troppo spesso è successo, ma che cominci a guardare anche fuori dai suoi confini.
Mi aspetto quindi che arrivino dei progetti per aiutare le aziende venete a cercare sbocchi in mercati alternativi. Ribadisco che è necessario sfruttare l’occasione di networking che il Gruppo Giovani mette a disposizione: poter parlare con altri imprenditori che hanno affrontato problemi molto simili ai propri pur venendo da altri settori è sicuramente un’occasione di crescita.
Questa consapevolezza deriva dal punto di vista che ho maturato nel consiglio direttivo di AIDAF, l’Associazione italiana delle aziende familiari. Per il Veneto, in particolare, ho notato che gli imprenditori tendono a stare molto chiusi nelle proprie aziende. Per superare questo limite occorre trovare un bilanciamento tra l’operatività in azienda e la formazione personale. Conoscere altri imprenditori non è una perdita di tempo, ma un momento di formazione da sfruttare per accrescere il proprio business».