Il sistema dell’innovazione in Veneto
Turismo e lavoro guidano dell’economia in Veneto. Dati positivi post-pandemia e crescita occupazionale, soprattutto tra le donne. Vediamolo insieme
Lo scenario economico regionale è ancora caratterizzato dall’incertezza legata al protrarsi del conflitto tra Russia e Ucraina, alle tensioni nei mercati finanziari, all’attenzione ancora alta delle banche centrali nei confronti dell’inflazione di fondo. In questo contesto le previsioni di crescita nel 2023 per il Veneto sono del +1,0 per cento.
Il Veneto è la quarta regione in Italia per produzione di ricchezza, dopo Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna: il 9,2 per cento del Prodotto Interno Lordo nazionale è stato realizzato in questo territorio.
Dati sull’occupazione
Secondo i dati di Veneto Lavoro, relativamente ai lavoratori dipendenti nelle imprese venete private, la domanda di lavoro complessiva si attesta al di sopra dei volumi registrati negli ultimi anni: nel primo trimestre del 2023 le nuove assunzioni sono oltre 160mila, in crescita del +4,5 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e del +52 per cento rispetto al primo trimestre 2021.
Le province con la maggior concentrazione di assunti sono Venezia e Verona, quelle più a carattere turistico. Buona soprattutto la performance femminile che segna un tasso di occupazione quasi del 60 per cento, più alto di circa un punto percentuale del valore registrato prima dell’emergenza sanitaria.
Negli ultimi decenni le donne hanno migliorato la loro posizione nel mercato del lavoro, anche grazie all’aumento dei titoli di studio, e il gap di genere è decisamente diminuito; ciò nonostante, il divario è ancora forte.
Per quanto riguarda la presenza femminile nelle start up innovative venete, circa l’11 per cento di queste imprese a forte carattere innovativo è a conduzione femminile, una quota leggermente inferiore rispetto al dato medio nazionale (13 per cento).
Le città venete e l’innovazione
Basandosi sui dati ufficiali delle Camere di Commercio, Ener2Crowd – la piattaforma e app numero uno in Italia per gli investimenti green – ha scattato la fotografia dello status quo dell’innovazione in Italia.
Per quanto riguarda il Veneto, la città di Padova si piazza al decimo posto con 244 start up e 44 Pmi. Seguono: Verona al 14esimo posto, con 216 start up e 32 Pmi; Vicenza 134 start up e 26 Pmi; Treviso al 25esimo posto con 137 start up e 23 Pmi; Venezia al 26esimo posto con 106 start up e 22 Pmi.
A livello regionale, il Veneto si colloca poco fuori dalla top ten, con 1.029 imprese innovative (880 start up e 149 Pmi). A Treviso ha sede uno dei più grandi incubatori italiani di start up: si chiama H-Farm e può essere considerato come uno fra i più grandi poli di innovazione a livello europeo, oltre che un campus di formazione con strutture dedicate alla formazione, dall’infanzia fino all’offerta universitaria e post-universitaria.
Distretti industriali
I distretti industriali del Veneto costituiscono una storica forma di aggregazione tra imprese. Si sono affermati nel tempo come sistemi produttivi locali presenti su un territorio definito e con una consolidata storicità, diventando espressione della capacità del sistema di imprese e delle istituzioni locali di sviluppare una progettualità strategica per lo sviluppo del distretto, in conformità con gli strumenti legislativi e programmatori regionali vigenti e in sinergia con le Reti Innovative Regionali.
Ecco quali sono: Calzature Riviera del Brenta; Ceramica artistica Nove – Bassano del Grappa; Conegliano Valdobbiadene prosecco; Giostra del polesine; Ittico Rovigo e Chioggia; Legno arredo del Trevigiano; Marmo Pietra del veronese; Meccanica alto vicentino; Mobile di Verona; Occhialeria Bellunese; Orafo Vicentino; Distretto Veneto della Pelle; Sportsystem di Asolo e Montebelluna; Vetro artistico di Murano e vetro del Veneziano; Vini Veronesi.
Reti innovative regionali
In sinergia con i distretti industriali, l’evoluzione economica ha portato alla nascita di forme di rete d’imprese che, per la loro natura e i loro obiettivi, non sono ancorate a uno specifico territorio.
Per Rete Innovativa Regionale si intende, infatti, un’aggregazione tra imprese e soggetti pubblici e privati, presenti in ambito regionale, ma non necessariamente territorialmente contigui, che operano in ambiti innovativi di qualsiasi settore e sono in grado di sviluppare un insieme di iniziative e progetti rilevanti per l’economia regionale, non necessariamente limitati a un ambito produttivo specifico ma aperti alla multisettorialità.
Sono 21 le Reti Innovative Regionali già riconosciute dalla Giunta, ciascuna delle quali si colloca in uno dei sei ambiti di specializzazione individuati dalla Strategia di Specializzazione Intelligente del Veneto: Smart Agrifood; Smart Manufacturing; Smart Living & Energy; Smart Health; Cultura e Creatività; Destinazione intelligente.
Digital Innovation Hub
Hanno il compito di stimolare e promuovere la domanda di innovazione del sistema produttivo e sono la “porta di accesso” delle imprese al mondo di Industria 4.0.
Direttamente o tramite l’ecosistema dell’innovazione i DIH offrono: affiancamento alle Pmi nell’analisi di fabbisogni, opportunità ed opzioni tecnologiche 4.0; mentoring e formazione in fabbrica; supporto per la costruzione di progetti di industria 4.0; accesso al network dei Competence Center nazionali ed europei e collaborazioni con i cluster tecnologici; consulenza su Industria 4.0 (proprietà intellettuale, fiscale, business modelling, valutazione dei progetti di investimento); autovalutazione della maturità digitale; accesso a progetti e finanziamenti pubblici e privati, nazionali ed europei.
In Veneto sono tre quelli gestiti da Confindustria: DIH Belluno Dolomiti, Fondazione Speedhub – Digital Innovation Hub Verona e SIAV-Veneto. Il DIH di Vicenza è gestito da Confartigianato. Il Veneto e il Piano Nazionale Industria 4.0 L’Università di Padova è uno degli otto Competence center scelti dal Ministero dello Sviluppo Economico per sviluppare altrettanti rami dell’Industria 4.0.
L’Università di Padova è capofila di un partenariato pubblico-privato che comprende altri 9 enti di ricerca pubblici del Triveneto (università di Verona, Trento, Bolzano e Udine, Ca’ Foscari e IUAV di Venezia, SISSA di Trieste e Fondazione Bruno Kessler di Trento, INFN – Sezione di Padova e Laboratori Nazionali di Legnaro).
Il centro di competenza è denominato SMACT ed è focalizzato su social network, mobile platforms & Apps, advanced analytics and big data, cloud e Internet of Things.
Il Veneto e il Pnrr
Al 1° marzo 2023, sono stati approvati e finanziati 10.264 progetti, che fanno del Veneto la quarta regione in Italia per numero di azioni. Il totale complessivo dell’investimento è di 13 miliardi di euro di cui 8,3 di sole risorse Pnrr.
Tra i dieci progetti con il finanziamento Pnrr più ingente, sette di questi riguardano la missione numero tre, cioè quella dedicata alle infrastrutture per una mobilità sostenibile. Sono sette interventi in cui il soggetto attuatore è Rfi, cioè la rete ferroviaria italiana.
In tutto per il Veneto i progetti Rfi sono 22 per un importo complessivo superiore ai 12 miliardi di euro, di cui 6,15 di soli finanziamenti Pnrr. Scorrendo tra i progetti con un importo economico maggiore, il primo che non riguarda la missione numero tre è quello riguardante la missione uno, cioè quella dedicata alla digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura.
In questo caso il finanziamento è di circa 209 milioni di euro e riguarda l’installazione della fibra. L’obiettivo è quello di assicurare la connettività a 1 Gbps a circa 8,5 milioni di famiglie. Dal punto di vista numerico la maggioranza dei progetti a capo della Regione del Veneto come soggetto attuatore riguardano la missione numero sei del Pnrr, cioè quella inerente alla “Salute”.
Leggi altro su Storie di Copertina – Economia