Irrigazione sostenibile: il modello 4.0
Irrigazione sostenibile in Veneto: il modello 4.0 del Consorzio L.E.B
- Tecnologie all’avanguardia, ricerca scientifica e cooperazione istituzionale per garantire all’agricoltura regionale una gestione idrica ottimale di fronte alle sfide dei cambiamenti climatici.
- Presentate durante l’incontro “Radici del Futuro. Acqua, suolo e clima: tecnologia e innovazione al servizio di un’agricoltura resiliente” le novità del Centro di Sperimentazione per l’Innovazione Irrigua alla presenza del senatore De Carlo, dei presidenti di Anbi nazionale e regionale e dei rappresentanti delle Organizzazioni agricole
La gestione idrica del Sistema LEB si fa 4.0. Il Consorzio di Bonifica L.E.B, che gestisce il principale canale irriguo artificiale del Veneto lungo 48 km e assicura l’irrigazione di un territorio che parte dalla provincia di Verona e arriva alla provincia veneziana, ha messo a punto un nuovo modello per ottimizzare la gestione dell’acqua prelevata dal fiume Adige.
Attraverso il proprio Centro di Sperimentazione per l’Innovazione Irrigua (Ce.Sp.I.I.), il Consorzio ha sviluppato uno strumento informatico finalizzato a massimizzare l’efficacia della gestione irrigua nel Sistema.
Il modello supporterà le scelte operative di distribuzione dell’acqua irrigua nel territorio, analizzando dati meteorologici e rilievi satellitari, e governando un sistema di paratoie “intelligenti”, in grado di modulare costantemente i rilasci desiderati dal canale LEB, al fine di razionalizzare ulteriormente l’utilizzo dell’acqua e favorire un’agricoltura più resiliente di fronte ai cambiamenti climatici.
Questi, in sintesi, gli studi e sperimentazioni in atto da parte del Consorzio L.E.B per l’innovazione e la trasformazione digitale della gestione dell’acqua presentati alcuni giorni fa in occasione dell’incontro “Radici del Futuro. Acqua, suolo e clima: tecnologia e innovazione al servizio di un’agricoltura resiliente”, patrocinato dal Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, e organizzato dal Consorzio L.E.B. a cui hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, con la presenza del senatore Luca De Carlo, presidente della IX Commissione permanente del Senato “Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare”, il settore della bonifica e delle organizzazioni agricole.
Così il senatore De Carlo, dopo aver ringraziato il Consorzio LEB per l’iniziativa : “Il Governo ha istituito da subito una cabina di regia per avere non solo un quadro completo della situazione ma anche per poter pianificare quelli che sono gli interventi ormai inderogabili e utili anche al Nord, che credevamo fosse un’isola felice rispetto alle crisi idriche.
Se pensiamo che in Europa viene trattenuta una media di acqua piovana del 25%, in Italia dell’11% e in Veneto del 4%, è diventato prioritario trattenerla per fare in modo che l’agricoltura possa godere della risorsa idrica”. “L’agricoltura di oggi – ha aggiunto De Carlo – è diversa da quella di cento anni fa: bisogna dotarsi di strumenti, grazie alla ricerca e alla tecnologia, che consentano di affrontare nuove sfide. Davanti a queste sfide e al cambiamento climatico la ricetta è la ricerca, la scienza, la tecnica e la fiducia che ho smisurata nell’uomo. Dobbiamo produrre di più e meglio”.
Nel suo intervento di saluto, il presidente del Consorzio di Bonifica L.E.B Moreno Cavazza ha detto: “Stiamo andando verso un futuro difficile per l’ambiente e l’agricoltura. Gli eventi meteorologici estremi sono sempre più frequenti e intensi a causa dei cambiamenti climatici con rilevanti conseguenze non solo ambientali ma anche economiche.
Allo stesso tempo, stanno aumentando i periodi siccitosi con scarsità di acqua e suoli sempre più aridi. Serve un cambio di passo per la gestione della risorsa idrica a supporto dell’agricoltura veneta di qualità e, per questo, abbiamo avviato un’attività di ricerca e sperimentazione”.
Sono intervenuti all’inizio dell’incontro anche il sindaco Comune di Cologna Veneta, Manuel Scalzotto e il presidente ANBI Veneto, Francesco Cazzaro.
Il direttore del Consorzio di Bonifica L.E.B Paolo Ambroso nel presentare l’incontro ha evidenziato: “L’incontro di oggi, per cui ringraziamo il senatore De Carlo e i presenti, è rilevante e rappresenta l’avvio di un dialogo e confronto con i rappresentanti delle Istituzioni, delle Organizzazioni e delle Associazioni di categoria per consolidare e promuovere una profonda comprensione delle sfide future e delle nuove opportunità attraverso la ricerca scientifica e la sperimentazione per rendere il sistema dell’agricoltura più resiliente ai cambiamenti climatici”.
L’ing. Alvise Fiume e la Dott.Ssa Giulia Sofia, ricercatori dell’Unità Tecnico-Scientifica del Consorzio L.E.B., hanno illustrato le attività di ricerca del Centro di Sperimentazione per l’Innovazione Irrigua (Ce.Sp.I.I.). “Il modello sviluppato dal Centro – hanno spiegato – calcola in tempo reale la disponibilità d’acqua nei suoli, con il supporto di immagini satellitari e delle conoscenze maturate su quattro aziende pilota venete, e permette di formulare previsioni a breve e medio termine delle necessità irrigue, anche in ragione delle colture effettivamente praticate. Dalle analisi dei dati, il nostro sistema è in grado di verificare quali distretti debbano essere impinguati, suggerendo la migliore distribuzione dell’acqua”.
Per l’implementazione operativa del modello, il Consorzio intende migliorare anche i dispositivi di controllo delle opere idrauliche di regolazione e derivazione, con paratoie “intelligenti” capaci di distribuire con precisione le portate irrigue secondo le indicazioni fornite dal modello. “L’obiettivo – aggiungono i ricercatori – è lavorare in ottica di prevenzione e non di emergenza nella gestione delle crisi idriche”.
A seguire, ha affermato Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI): “Il Consorzio L.E.B. rappresenta una delle autostrade dell’acqua indispensabili al made in Italy agroalimentare ed esempio della maestria idraulica, presente nei Consorzi di bonifica ed irrigazione; non è certo un caso che proprio attorno alle grandi aste irrigue si sia sviluppata la ricerca voluta da ANBI e che oggi si arricchisce di un centro per la ricerca che, in una logica di rete, contribuirà ad arricchire l’offerta di un sistema, che già nel miglior consiglio irriguo di Irriframe e nella certificazione volontaria di sostenibilità idrica Goccia Verde vede due strumenti riconosciuti anche a livello internazionale. Insieme a manutenzione, infrastrutture e cultura dell’acqua, l’innovazione è uno dei quattro perni, su cui deve articolarsi la strategia di adattamento alla crisi climatica”.
“I Consorzi di Bonifica”, ha precisato il vicepresidente Coldiretti Veneto Alex Vantini, nella tavola rotonda moderata dal direttore de L’Informatore Agrario Antonio Boschetti,
“sono i protagonisti della sfida ambientale. Il tema della gestione dell’acqua e della siccità è sotto gli occhi di tutti e gli interventi istituzionali sono fondamentali. Gli enti consortili svolgono un servizio a beneficio di tutta la comunità e di tutti i settori economici.
Negli ultimi anni hanno conosciuto un importante rialzo dei costi per la fornitura dell’energia elettrica, forza motrice delle pompe e delle idrovore che mantengono la sicurezza idraulica oltre che l’approvvigionamento irriguo. Le realtà del territorio devono essere messe nelle condizioni di fronteggiare le criticità, senza che le spese ricadano ancora sugli agricoltori”.
Così Massimo Chiarelli, direttore di Confagricoltura Veneto: “Considerate le temperature in aumento e le estati siccitose degli ultimi anni, dovremo sempre di più utilizzare strumenti tecnologici all’avanguardia per il miglior utilizzo della fonte idrica disponibile. Metodologie avanzate, collegamenti con il satellite e software dedicati permetteranno di dosare al meglio l’acqua per le nostre colture, senza spreco di risorse.
Per conseguire quest’obiettivo saranno necessari sia il massimo impegno dei consorzi irrigui, sia una migliore organizzazione delle risorse da parte delle aziende agricole, anche con investimenti di piccola entità che consentano di dotarsi di capannine meteo e di sonde da posizionare sul terreno per programmare le irrigazioni”.
“Acqua, suolo e clima sono le facce della stessa medaglia – osserva il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini – Il settore agricolo dipende proprio dalla commistione di questi tre elementi. In tal senso il canale LEB è un felice esempio, una buona prassi da imitare, di come irrigare un territorio.
Non solo. Diventa pure uno strumento di difesa idrogeologica in caso di eventi meteo estremi”. Relativamente al suolo, aggiunge, “da sempre Cia si batte nelle sedi opportune contro la cementificazione diffusa.
Per quanto riguarda il clima, e nello specifico l’attuale emergenza climatica, le Istituzioni, assieme alle organizzazioni agricole, sono chiamate a sperimentare nuovi metodi di coltura. Non possiamo rimanere ancorati al primario di mezzo secolo fa”. “L’agricoltura, in ultima analisi, deve davvero rispondere ad un criterio di resilienza: il mondo sta cambiando rapidamente, e il comparto del primario è tenuto ad andare di pari passo”.
Consorzio di bonifica L.E.B.
Il Consorzio di Bonifica L.E.B è detto di secondo grado in quanto costituito da tre Consorzi di Bonifica: il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, con sede a San Bonifacio, il Consorzio di Bonifica Adige Euganeo, con sede a Este, e il Consorzio di Bonifica Bacchiglione con sede a Padova.
L’Ente gestisce un canale lungo circa 48 km, a servizio di un comprensorio di 350.000 ha nel quale ricadono più di cento comuni, facenti capo alle province di Verona, Vicenza, Padova e Venezia.
Il Canale L.E.B. oltre a svolgere la funzione di adduzione irrigua a servizio di un territorio dedito a produzioni agroalimentari tipiche con elevato valore e produzioni di qualità, e tutela ambientale attraverso il risanamento e la vivificazione dei corsi d’acqua asserviti all’intero sistema, svolge anche una fondamentale funzione di bonifica contribuendo alla difesa idraulica del territorio: l’opera viene utilizzata infatti per deviare e/o accumulare parte delle portate di piena defluenti lungo i canali intersecanti il sistema, in occasione delle avversità meteorologiche.
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