La conoscenza al centro per la risorsa acqua

Monica Manto – Presidente Viveracqua
Il punto di vista di Monica Manto di Viveracqua
Oggi è necessaria un’azione immediata e concertata per affrontare con efficacia gli effetti dell’aumento della temperatura media del pianeta sulla qualità e sulla disponibilità di acqua. Il sesto rapporto di valutazione sui cambiamenti climatici presentato a marzo dall’IPCC evidenzia che nell’Europa meridionale il rischio di scarsità di risorse idriche è elevato.
“Le conseguenze delle variazioni climatiche sono palesi e le condizioni di scarsità idrica sperimentate nell’ultimo anno sono probabilmente destinate a ripetersi con frequenza maggiore rispetto al passato. I gestori del servizio idrico integrato e delle autorità di regolazione sono chiamati a un cambiamento anche culturale, prendendo atto che, oltre alle attività di conservazione della risorsa, vanno ripensate anche le infrastrutture per la messa a disposizione della stessa. I gestori idrici sono pienamente consapevoli di queste necessità e responsabilità e ritengono che, in un confronto costante con il mondo della ricerca, vadano perseguite soluzioni integrate tra i diversi utilizzatori dell’acqua e un governo nel territorio di scala adeguata all’importanza e alla molteplicità dei portatori di interesse: il settore idropotabile, quello agricolo e per gli usi energetici ed industriali”.
A evidenziarlo è l’avvocato Monica Manto che dirige Acquevenete (sito web), gestore del servizio idrico integrato in 108 Comuni delle province di Padova e Rovigo, a servizio di oltre 500 mila abitanti, ed è anche presidente di Viveracqua, la società consortile tra i dodici gestori del servizio idrico integrato (acquedotto, fognature e depurazione) a totale proprietà pubblica con sede in Veneto.
“Molti sono gli argomenti da trasferire al più presto: dalla conoscenza approfondita delle falde sotterranee, alla protezione della risorsa già alla fonte dagli inquinanti emergenti, dal riutilizzo delle acque depurate in un’ottica di economia circolare, alla riduzione importante delle emissioni di gas climalteranti per la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici. Sono fronti sui quali i gestori idrici del Veneto sono impegnati e allineati e pronti a mettere a disposizione della comunità le conoscenze maturate in tanti anni di gestione del servizio, anche in condizioni di difficoltà, come testimoniano la vicenda delle sostanze perfluoroalchiliche e la gestione delle diverse situazioni di emergenza idrica, anche non recenti.”
E poiché tutte le decisioni e le scelte devono partire dai dati disponibili e da una conoscenza organizzata e fruibile, fra le attività che Viveracqua è in grado di sostenere per la gestione sostenibile delle risorse idriche, sono la caratterizzazione degli acquiferi sotterranei e la creazione di modelli che descrivano il flusso sotterraneo dell’acqua. Queste azioni sono necessarie perché sono in grado di delineare con precisione le aree da salvaguardare attorno a ciascun punto di prelievo acquedottistico – come previsto dal D.Lgs. 23 febbraio 2023, n. 18 di attuazione della direttiva (UE) 2020/2184 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano – in un contesto ambientale caratterizzato da una notevole antropizzazione e dalla necessità di contemperare esigenze diverse. Anche la riduzione degli sprechi continua ad avere un ruolo determinante. Nel territorio in cui operano i gestori aggregati in Viveracqua si sviluppano oltre 47mila km di condotte acquedottistiche, posate talvolta da oltre 100 anni e con un’età media elevata. I gestori impegnano quote molto rilevanti della tariffa per il rinnovamento delle reti, ma i numeri danno conto della difficoltà, in termini operativi e di sostenibilità tariffaria, di ridurre le perdite percentuali che ora sono mediamente del 44% tra i gestori soci di Viveracqua (dato 2021). Con le limitate risorse provenienti dalla tariffa – che deve anche sostenere gli investimenti nella fognatura e nella depurazione e compensare i costi operativi della gestione – i gestori concentrano gli interventi di sostituzione o riparazione delle condotte più critiche, in modo da massimizzarne il risultato. Anche su questo fronte capitalizzare le soluzioni e condividere le esperienze significa perdere meno tempo. Lo stesso vale per le soluzioni individuate per mitigare i cambiamenti climatici attraverso attività di riduzione del carbon footprint del servizio idrico.
“Crediamo – afferma Monica Manto – che la società consortile giochi un ruolo importante a livello di rappresentatività europea – è infatti anche socia di Aqua Publica Europea, che unisce i maggiori gestori pubblici del Continente –, a livello nazionale e regionale nella condivisione di esperienze e conoscenze e per contribuire a promuovere e facilitare l’allineamento verso le migliori pratiche operative adozione di nuovi processi e tecnologie da parte di tutti”. La conoscenza condivisa assume un ruolo centrale in quanto l’impiego di esperienze di altri riduce i tempi per l’adozione di scelte già efficaci. Relativamente alla sicurezza idraulica, anche alla luce di eventi pluviometrici eccezionali con conseguenti allagamenti pure nei centri urbani, Viveracqua si è fatta promotrice di uno studio intitolato “Le piogge intense nella Regione Veneto”, con il quale sono state rideterminati i coefficienti delle curve di possibilità climatica tenendo conto degli eventi estremi accaduti nel trentennio 1990-2020, partendo dai dati raccolti dalla rete di pluviografi dell’Arpa del Veneto. Tale studio, che è a disposizione delle amministrazioni pubbliche e dei tecnici progettisti delle opere interessate dagli afflussi meteorici, aggiorna e rende disponibili le curve statistiche necessarie per il dimensionamento delle fognature miste e delle opere di sicurezza idraulica del territorio e offre un quadro preciso sotto il profilo idrologico della distribuzione delle piogge intense della Regione. “Divisa in monografie, una per ciascun gestore – spiega Monica Manto – riteniamo che questa pubblicazione sia di grande valore e beneficio per tutti i gestori, i Comuni loro soci, la Regione, i tecnici che operano nel territorio nella progettazione di opere idrauliche, sia nei servizi che nei contesti urbani e di assetto del territorio nel Veneto.” Un altro strumento importante per garantire la qualità e la sicurezza dell’acqua erogata agli utenti, a partire dall’analisi e dalla prevenzione dei fattori di rischio e attraverso il monitoraggio di tutta la filiera acquedottistica, è costituito dai Piani di sicurezza dell’acqua (PSA) o Water Safety Plan, entrati nella legislazione nazionale con il D.Lgs. 18/2023. L’obiettivo è ridurre i pericoli per la salute potenzialmente presenti nell’acqua destinata al consumo umano garantendo la protezione e la qualità delle risorse idriche. Per questo motivo i dodici gestori idrici associati in Viveracqua stanno elaborando un modello di PSA unitario, per oltre 400 acquedotti nel territorio servito. Si tratta di una mappatura puntuale che individua le matrici di rischio per tutte le fonti di prelievo, più di 2.000 tra sorgenti, falde acquifere e acque superficiali, che forniscono acqua potabile a 4,8 milioni di abitanti, con l’erogazione complessiva di circa 360 milioni di metri cubi l’anno (quasi 1 milione al giorno).Monica Manto sottolinea che questa è una sfida importante e un percorso molto complesso che è partito con il primo PSA della Regione Veneto, uno dei primi in Italia e ancora di riferimento nel processo di estensione della metodologia. Si tratta del sistema acquedottistico di Lonigo (26 Comuni con oltre 108.000 abitanti tra Vicenza, Verona e Padova), interessato dalla contaminazione da PFAS.“Un lavoro durato complessivamente due anni, a cui hanno partecipato autorità nazionali (Istituto Superiore di Sanità) e regionali (Direzione regionale della Sanità), con il quale sono state costruite le competenze per la gestione dei piani di sicurezza dell’acqua in seno ai gestori e alla consortile e che ha consentito di analizzare l’intera filiera della distribuzione idrica, individuando i potenziali pericoli presenti in ogni segmento e attivando le necessarie misure di prevenzione dei rischi di contaminazione”. Poiché la formazione è una componente importante per la conoscenza, Viveracqua dedica molto impegno e risorse anche alla sensibilizzazione della risorsa acqua presso le scuole, finanziando e attuando molteplici attività didattiche, progetti educativi e una piattaforma dedicata che raccoglie materiali, giochi e opuscoli illustrati per diffondere presso i ragazzi e le loro famiglie la comunicazione dell’acqua quale elemento di grande valore, da salvaguardare. L’attività esterna è il complemento di quella che Viveracqua Academy svolge al proprio interno, con percorsi formativi finalizzati all’adozione delle migliori pratiche e alla formazione specialistica del personale dei gestori soci e che ora, in particolare, sta diffondendo presso i tecnici dell’acquedotto le informazioni necessarie alla gestione degli impianti e delle reti in ottica PSA.
BViveracqua è la società consortile che raggruppa i gestori pubblici del servizio idrico integrato del Veneto e di parte del Friuli-Venezia Giulia, con un bacino di utenza di 580 Comuni e 4,8 milioni di cittadini. I soci di Viveracqua sono acquevenete (Monselice), Acque del Chiampo (Arzignano), Acque Veronesi (Verona), Alto Trevigiano Servizi (Montebelluna), Azienda Gardesana Servizi (Peschiera del Garda), Bim Gestione Servizi Pubblici (Belluno), Etra (Bassano del Grappa), Livenza Tagliamento Acque (Portogruaro), Medio Chiampo (Montebello Vicentino), Piave Servizi (Codogné), Veritas (Venezia) e Viacqua (Vicenza).
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