La finanza innovativa
La finanza innovativa come strumento concreto di reperimento di nuova finanza per le imprese venete
Equity crowdfunding, direct lending, programmi di investimento finanziabili tramite mini-bond e basket bond, invoice trading: sono queste le nuove opportunità cui le aziende possono accedere in alternativa ai canali tradizionali di accesso al credito
Nel pomeriggio odierno, a replicare l’evento del 5 luglio 2023 (tenutosi all’Auditorium De Michelis di M9 Museo del ‘900), presso la sede camerale di Rovigo, si è tenuto un convegno sull’innovazione finanziaria e le nuove vie di accesso al credito per le imprese.
L’evento è stato organizzato congiuntamente dalla Camera di Commercio di Venezia Rovigo e Innexta, Società del Sistema camerale per il credito e la finanza.
Il convegno è stato aperto da Gian Michele Gambato, Vicepresidente Vicario della Camera di Commercio di Venezia Rovigo, che ha enfatizzato l’importanza di comprendere questa rivoluzione nel campo del credito. Ha sottolineato che in un’epoca in cui i finanziamenti sono essenziali per qualsiasi tipo di impresa, sia essa grande o piccola, è fondamentale adattarsi alle importanti innovazioni che si stanno verificando.
Dopo il dott. Gambato hanno portato i rispettivi saluti anche Riccardo Borgato e Massimo Da Re rispettivamente presidenti dell’Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Rovigo e di Venezia.
A curare e moderare i vari interventi è stato Roberto Brero, Project Manager Corporate Finance di Innexta.
Nel corso dell’evento, il microfono è passato tra i vari esperti del settore finanziario presenti, i quali hanno illustrato agli imprenditori ed ai professionisti presenti (vale la pena notare che il convegno ha ottenuto l’accreditamento come formazione professionale continua presso l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) la natura e il funzionamento degli strumenti di finanza innovativa. Questi strumenti spaziano dall’equity crowdfunding al direct lending, dai programmi di investimento finanziabili tramite mini-bond e basket bond all’invoice trading.
Primo tra tutti ad intervenire è Gianmarco Paglietti, Responsabile dell’Area “Sostenibilità, studi e ricerche” di Innexta, il quale ha approfondito il ruolo cruciale della finanza innovativa e dell’equity crowdfunding per le aziende, in particolare per le micro, piccole e medie imprese (MPMI). La finanza innovativa, considerata come un complemento o un’alternativa al tradizionale finanziamento bancario, può giocare un ruolo di rilievo essenziale, soprattutto considerando le difficoltà nell’accesso al credito tradizionale.
L’equity crowdfunding rappresenta una forma di finanziamento che consente a un gruppo di investitori di sostenere start-up e piccole medie imprese mediante un investimento finanziario in cambio di azioni (nel caso di società per azioni, SPA) o quote societarie (nel caso di società a responsabilità limitata, SRL), diventando così soci della stessa. Questo processo avviene tramite piattaforme online autorizzate dalle Autorità di vigilanza previste dal Regolamento europeo.
Un’azienda può presentare il proprio progetto su una di queste piattaforme per avviare una campagna di raccolta fondi. La campagna deve stabilire un obiettivo monetario minimo da raggiungere e, in base a questo obiettivo, vengono determinate le quote e i relativi importi.
Se l’azienda riesce a raggiungere l’obiettivo monetario minimo, dimostrando affidabilità agli occhi degli investitori, il progetto può avviare il suo corso e gli investitori diventano effettivamente soci dell’azienda. Nel caso in cui l’azienda non riesca a raggiungere l’obiettivo minimo, gli importi versati dagli investitori vengono restituiti.
Il direct lending, oggetto di discussione da parte di Stefano Cocchieri di Overlend, rappresenta un’alternativa ai tradizionali finanziamenti bancari. La distinzione fondamentale risiede nel fatto che, in questo caso, a finanziare l’azienda non sono le banche o le istituzioni di credito, bensì investitori che intendono finanziare l’economia reale.
Si tratta, dunque, di private debt, un tipo di funding che spesso non proviene da istituti bancari, ma che potrebbe vedere le banche protagoniste nella diversificazione dei loro impieghi.
La forma tecnica è quella di un classico finanziamento dove gli investitori si vedono restituito il proprio capitale dall’azienda beneficiaria attraverso un piano di rimborso, con l’applicazione di tassi di interesse concordati in anticipo.
Analogamente all’equity crowdfunding, tali transazioni avvengono su specifiche piattaforme online. Nel caso di Overlend, l’intero processo, dalla richiesta di finanziamento alla concessione da parte degli investitori, si svolge in modo completamente digitale, dall’onboarding al rimborso e finanche (nella malaugurata ipotesi in cui il credito non venisse rimborsato) alla escussione delle garanzie.
Il direct lending è aperto alle piccole e medie imprese (PMI) e, in alcuni casi, anche alle start-up.
Le strategie di crescita aziendali possono essere sostenute attraverso l’uso di strumenti innovativi quali minibond e basket bond, come illustrato da Enrico Sobacchi di Anteos Capital Advisor. I minibond rappresentano titoli obbligazionari o di debito a medio-lungo termine emessi da piccole e medie imprese (PMI) che solitamente non sono quotate in borsa e si affacciano per la prima volta al mercato dei capitali.
Questi strumenti servono a sostenere ambiziosi piani di sviluppo, operazioni di investimento straordinario ovvero a migliorare le fonti di finanziamento delle società emittenti. I minibond offrono un tasso di interesse, sotto forma di cedole periodiche a tasso fisso oppure variabile, con una struttura di rimborso a scadenza o tramite rate di ammortamento. Tali strumenti possono essere emessi da società, quotate o non, che abbiano almeno 10 dipendenti e un fatturato annuo di almeno 2 milioni di euro.
È importante, inoltre, notare che i minibond non sono concepiti come soluzione di supporto per aziende in crisi, ma piuttosto come un’opportunità di finanziamento sul mercato dei capitali per imprese in crescita.
Questi strumenti servono a sostenere ambiziosi piani di sviluppo, operazioni di investimento straordinario ovvero a migliorare le fonti di finanziamento delle società emittenti.
I minibond offrono un tasso di interesse, sotto forma di cedole periodiche a tasso fisso oppure variabile, con una struttura di rimborso a scadenza o tramite rate di ammortamento. Tali strumenti possono essere emessi da società, quotate o no, che abbiano almeno 10 dipendenti e un fatturato annuo di almeno 2 milioni di euro. È importante, inoltre, notare che i minibond non sono concepiti come soluzione di supporto per aziende in crisi ma, piuttosto, come un’opportunità di finanziamento sul mercato dei capitali per imprese in crescita.
Successivamente, Matteo Tarroni e Luca Ammendola di Workinvoice hanno fornito un’illustrazione del funzionamento dell’invoice trading. Attraverso una piattaforma online sicura e specializzata, un’azienda ha la possibilità di cedere le proprie fatture commerciali a investitori istituzionali. Questi, a loro volta, anticipano il pagamento all’azienda cedente, al netto di un piccolo importo che l’investitore trattiene come remunerazione del suo investimento.
L’invoice trading è la soluzione ideale per le aziende fornitrici che desiderano avviare processi di crescita con tranquillità ed efficienza contando su una maggiore disponibilità di cassa senza richiedere nuovi finanziamenti, liberandosi del problema della gestione dei crediti commerciali e superando i limiti imposti dalle soluzioni tradizionali.
La cessione delle fatture avviene a titolo definitivo, ovvero “pro-soluto,” in cui il rischio di mancato pagamento viene trasferito all’acquirente delle fatture. Tra gli obiettivi principali dell’invoice trading vediamo l’ottenimento di liquidità a breve termine e la prevenzione di tensioni finanziarie; i vantaggi rispetto alle classiche linee autoliquidanti bancarie stanno nella non segnalazione in centrale rischi e nello scarico dei crediti commerciali dal bilancio dell’azienda cedente.
Dopo gli interventi tecnici di presentazione degli strumenti di finanza innovativa sono intervenuti Lorenzo Liviero, Presidente Federazione del Nord Est – Credito Cooperativo Italiano, e Walter Sabella, Director Minibond & Basket Bond – IG Financing Solutions, che hanno animato una tavola rotonda dedicata ad un confronto con il sistema bancario in questo panorama di forte rinnovamento del sistema creditizio.
DICHIARAZIONI
GIAN MICHELE GAMBATO – VICEPRESIDENTE VICARIO CAMERA DI COMMERCIO DI VENEZIA ROVIGO
“Bisogna prendere coscienza che stiamo vivendo un momento caratterizzato da grandi trasformazioni e notevoli tensioni che inevitabilmente interessano anche il settore del credito. Le politiche monetarie sia europee che americane stanno influenzando significativamente la capacità delle imprese di accedere al credito, in modo particolare per le piccole realtà. La Camera di Commercio con Innexta vuole stimolare un confronto con gli esperti del settore del credito con l’obiettivo di dare contezza agli operatori economici delle soluzioni innovative e, allo stesso tempo, di garanzia per la provvista di nuova finanza.”
GIANMARCO PAGLIETTI – INNEXTA
“Sappiamo che per le imprese di minori dimensioni è sempre più complicato accedere al credito bancario, che è stato finora la loro principale se non unica fonte di finanziamento. I diversi strumenti di finanza innovativa rappresentano, quindi, un’importante alternativa per garantire loro le risorse necessarie a finanziare sia il capitale circolante sia i progetti di sviluppo a più lunga scadenza.
Nonostante le attese, la crescita di questi mercati, per quanto costante, è stata inferiore alle aspettative. Quali possono essere i motivi di questa crescita con il “freno a mano tirato”? Sicuramente un peso di rilievo è da attribuire alla scarsa dimestichezza con questi strumenti e alla conseguente diffidenza che ne deriva. Spesso, infatti, strumenti come il Fintech o i mini-bond sono visti come soluzioni sofisticate, adatte a imprese di grandi dimensioni e abituate a operare sui mercati di borsa.
La stessa spersonalizzazione del rapporto – che caratterizza ad esempio il Fintech – viene vista talvolta come un ostacolo all’instaurazione di un rapporto di fiducia. Nel corso del mio intervento ho effettuato una panoramica dei principali strumenti disponibili, evidenziando come essi siano in realtà alla portata anche di piccole realtà imprenditoriali. Un focus è stato dedicato all’equity crowdfunding che, in questi dieci anni di vita, ha consentito a non poche start up e PMI di avviare un percorso di crescita importante, proponendosi come ideale “palestra” per quanti vogliano prepararsi ai mercati finanziari più strutturati.”
STEFANO COCCHIERI – OVERLEND
“Negli ultimi anni è innegabile che il ruolo della finanza alternativa a supporto delle imprese è diventato sempre più centrale e sta attirando l’attenzione di moltissimi investitori. Basti pensare che il tasso di crescita dei finanziamenti tramite Fintech ha registrato un incremento, dal 2019 al 2022, di 12 volte nelle erogazioni, che sono passate da 353 milioni a 4,5 miliardi e hanno decuplicato le PMI finanziate che sono passate da poco più di 1100 ad oltre 11.000.
Ad oggi ancora parlare di minaccia al Core Business delle Banche può essere azzardato, ma sicuramente la finanza alternativa sta recuperando a grandi passi quello che nel resto d’Europa è già avvenuto con la realizzazione e l’espansione di un vero e proprio canale alternativo per finanziare le PMI. Ed è proprio al mondo dell’economia reale e delle micro e piccole imprese che sempre di più il Direct Lending si rivolgerà per soddisfare un bisogno sempre più ricorrente della parte sana dell’imprenditoria italiana.
Le tecnologie come Intelligent Data Capture (IDC), Robotic Process Automation (RPA), Natural Language Processing (NPL) agevolano e velocizzano i prestiti alle imprese integrando nella valutazione del merito di credito fonti alternative di dati. Le piattaforme, quindi, sono strumenti che abbattono i costi, consentono una “scrematura” preventiva a chi deve poi comunque valutare e di conseguenza riescono ad ottenere profitto anche sui piccoli “ticket” che sono quelli più onerosi per una banca tradizionale.
Piattaforme moderne di lending, insomma, rappresentano il futuro della finanza alle PMI con un rischio estremamente frazionato e una capacità di far ottenere alle imprese finanziamenti che nel tempo potranno essere erogati anche a tassi più vicini a quelli delle banche tradizionali; oggi grazie all’innalzamento del costo della provvista per tutto il settore bancario e domani grazie al sempre maggiore e costante utilizzo dell’innovazione e delle tecnologie.
Al convegno ho portato a supporto uno degli esempi di come la tecnologia riesce a mettersi al servizio delle PMI attraverso un sistema estremamente complesso che ha trovato una soluzione insospettatamente semplice e molto amichevole: quella di Overlend. La nostra società, infatti, è riuscita ad abbinare tradizione e tecnologia (analogico e digitale) a solo fine di finanziare le PMI.
In sintesi, con Overlend le imprese hanno la possibilità, attraverso il loro Confidi, di effettuare il loro onboarding e sapere subito se hanno superato il loro “primo esame” di prefattibilità attraverso una griglia di requisiti stabilita dall’investitore.
Nel nostro primo pilota che rappresenta il primo “track record” hanno avuto accesso alla nostra piattaforma circa 1.000 imprese, di queste solo 380 hanno avuto accesso alla seconda fase, l’istruttoria del confidi e di queste 325 sono state finanziate e questo è il punto di forza anche per i Confidi, dopo una prima “scrematura” avere la certezza di non lavorare inutilmente sull’istruttoria dei finanziamenti: il tempo è un bene prezioso e dà la possibilità alle imprese di ottenere il proprio finanziamento in tempi veloci e certi.”
ENRICO SOBACCHI – ANTEOS CAPITAL ADVISORS
“In un contesto di mercato sempre più complesso e sfidante, in cui il ricorso ai canali tradizionali di finanziamento risulta essere meno immediato, diventa fondamentale conoscere a fondo tutti gli strumenti di finanza alternativa e complementare che i mercati dei capitali mettono a disposizione delle nostre aziende. In tale contesto, le emissioni di Mini-bond e di Basket Bond di cui ho avuto il grande piacere di parlarvi oggi, rappresentano delle interessantissime opportunità per sostenere la crescita delle nostre PMI. Attraverso il ricorso a queste forme di emissione, infatti, le aziende possono ottenere importanti benefici quali la diversificazione delle fonti di finanziamento, l’ampliamento del portafoglio di investitori, l’irrobustimento della propria struttura aziendale tramite l’efficientamento del profilo debitorio aziendale, ed il rafforzamento ulteriore del proprio brand attraverso l’importante risonanza mediatica garantita dall’accesso al mercato dei capitali.”
MATTEO TARRONI E LUCA AMMENDOLA – WORKINVOICE
“L’attuale contesto macroeconomico non è favorevole per le PMI: i canali tradizionali bancari stanno evidenziando una maggiore ristrettezza nella concessione del credito, il costo del denaro ha subito un sostanziale rincaro, l’inflazione ed i prezzi delle materie prime sono notevolmente aumentati e permangono tempi lunghi sui termini di incasso (1 azienda su 3 paga in ritardo rispetto alla scadenza pattuita, in Italia sono richiesti ca 70-90 gg per ricevere gli incassi dai propri clienti vs. 30 gg media europea).
Questo ha portato alla forte crescita di strumenti di credito alternativi, come ad esempio piattaforme innovative di invoice trading come Workinvoice, che consentono di dare una risposta immediata al bisogno di credito delle PMI, affiancandosi in maniera complementare e sinergica ai tradizionali canali bancari e permettendo alle aziende di diversificare le proprie fonti di approvvigionamento finanziario, sbloccando il capitale circolante necessario, migliorando i loro flussi di cassa e garantendo una crescita sostenibile senza segnalazione in Centrale Rischi Banca d’Italia.
Oggi il Fintech e le piattaforme alternative di credito rappresentano una valida e complementare soluzione che riesce a dare efficienza alle imprese ed è importante informare gli imprenditori sull’esistenza di questi strumenti che possono affiancare i tradizionali canali bancari.”
LORENZO LIVIERO – PRESIDENTE FEDERAZIONE DEL NORD EST – CREDITO COOPERATIVO ITALIANO
“Il Credito Cooperativo veneto e del territorio polesano – spiega Lorenzo Liviero, Presidente della Federazione del Nord Est – Credito Cooperativo Italiano – ha un ruolo molto importante e con percentuali significative sia per quanto riguarda la raccolta e sia per gli impieghi. Il nostro Osservatorio per la valutazione delle imprese è abbastanza ampio con, ovviamente, distinzioni relative al territorio al quale ci riferiamo. Come Credito Cooperativo ci rivolgiamo prevalentemente a PMI siano esse società di capitali, di persone o imprese individuali.”
E continua: “Quando parliamo di finanza innovativa è importante definire il perimetro entro il quale ci addentriamo: per entrare nella finanza innovativa bisogna avere delle credenziali di bancabilità e di adeguata struttura organizzativa, amministrativa e contabile.
La documentazione che, infatti, serve per entrare in questi meccanismi non è solo quella bancaria classica ma qualcosa di più elevato; bisogna che, dunque, le imprese siano predisposte per questo tipo di mercato e di offerta che deve, comunque, ancora prendere piede in maniera consistente anche nel nostro territorio. Le micro e piccole imprese, come è facile prevedere, scontano ancora forti ritardi su questo fronte.”
In merito alla finanza innovativa Lorenzo Liviero aggiunge: “Più che parlare di finanza alternativa, parlerei di finanza integrativa in quanto è un’opzione che si potrà affiancare alla finanza tradizionale.
Oggi si parla di stretta creditizia, credit crunch, ed effettivamente sono sorti diversi problemi che, in gran parte, si riferiscono a queste modalità di approccio a cui facevo riferimento. Tutto è cambiato nel 2018 quando gli FRS9, le nuove regole a livello europeo per valutare i bilanci, hanno imposto alle società quotate in Borsa, ma soprattutto alle banche, delle modalità obbligatorie per stimare l’attivo e il passivo e per concedere i crediti alle banche attraverso quei meccanismi che vanno ad impattare sul patrimonio netto, nei limiti imposti da questa nuova normativa.”
“Altri limiti che bloccano questa innovazione nel campo del credito – continua – sono la situazione economico-finanziaria generale, con tutti i rischi e le difficoltà che già conosciamo, l’andamento dell’inflazione e del tasso di riferimento stimato e imposto dalla BCE.
Oltre all’aumento del tasso, che già di per sé genera difficoltà nelle imprese nel sostenere determinati tipi di finanziamenti, alla piccola impresa manca una cultura d’impresa che dia importanza alla capacità della stessa di lavorare su piani industriali, master plan e, in genere, strumenti prospettici che facciano intravvedere quale sia la possibilità di sostenere il debito da parte dell’azienda che chiede il finanziamento.
Prima del 2018 il credito si concedeva basandosi sull’andamento storico dei dati aziendali; valutare un bilancio a novembre, per esempio, significa avere dati di bilancio al 31 dicembre dell’anno precedente; dati, dunque, ampiamente superati che non danno garanzie sulla capacità aziendale di rimborso del credito che la banca sta esaminando. Le banche a questo si sono adeguate mentre purtroppo le micro-piccole imprese fanno fatica ad adeguarsi.
Questo purtroppo è uno dei problemi più difficili ed immediati da superare. Per quanto riguarda le medie imprese, invece, questi strumenti innovativi fanno già parte del loro business; stessa cosa per le BCC, che li sperimentano da anni, seppure nel nostro mercato abbiano ancora una dimensione poco significativa.
Credo che, in futuro, questi strumenti prenderanno piede e saranno valutati con più attenzione e meno sospetto. Si affiancheranno al credito classico con una premessa importante: le imprese che non rispettano gli equilibri economico-finanziari ed hanno difficoltà ad avere risposte positive alle loro richieste di finanziamento non avranno risposte positive da questi strumenti innovativi.”
“Serve un cambio di passo. Un cambio di passo, previsto anche dal nuovo Codice della Crisi, che impone alle imprese, senza distinzione di dimensioni, di adottare un adeguato sistema amministrativo, contabile ed organizzativo per avere la possibilità di monitorare i rischi, la capacità di stare sul mercato, la continuità aziendale al fine di intercettare le sintomatologie che prevengono le crisi delle imprese stesse e dare la possibilità all’Operatore Giudiziario di salvare il patrimonio aziendale costruito da anni, con un know-how talvolta difficile da riproporre, in modo tale che l’impresa non venga devastata da procedure concorsuali.”
WALTER SABELLA – DIRECTOR – MINIBOND & BASKET BONDS – IG FINANCING SOLUTIONS
“Con i mini-bond UniCredit si è posta l’obbiettivo di diffondere il capital market presso le PMI. Abbiamo iniziato la nostra avventura nel 2017 e la strategia consiste nel non essere solo strutturatori del prodotto ma anche sottoscrittori dello stesso.
In questo modo le imprese hanno iniziato ad approcciare e a familiarizzare con questo strumento che richiedeva dinamiche e regolamentazioni specifiche; hanno cominciato a familiarizzare con la certificazione dei bilanci, con la redazione di un business plan strutturato e con la documentazione dei prestiti obbligazionari, i relativi impegni, i governance finanziari e gli obblighi nei confronti del regulator (ovvero Banca d’Italia).
Crediamo che il nostro mini-bond sia stato per le aziende una sorta di palestra del mercato dei capitali. Dal lancio del prodotto tanto è stato fatto ed abbiamo alle spalle 191 missioni per un controvalore di 1,110 mld. 110 di queste missioni sono state sottoscritte da noi direttamente, 12 distribuite ad investitori istituzionali e 69 sono state fatte nella forma del basket bond” spiega Walter Sabella e continua “Il basket bond ha consentito a molti operatori di entrare nel mercato dei mini-bond in quanto consente di aumentare l’interesse di investitori istituzionali verso i tagli medio piccoli e verso la piccola media impresa.
Con il basket bond, infatti, si fa aggregazione e si aumenta la massa dell’investimento. Nel 2022 il Fondo di Garanzia Europeo ha rilasciato la propria garanzia dando un boost importante ai basket bond: molti nuovi operatori sono entrati nel mercato.
Nel 2023, invece, è stato fissato lo strumento del Fondo di Garanzia delle Piccole Medie Imprese Italiano che andrà a regime nel 2024. Gli intenti che ci muovono sono quelli di instaurare un dialogo stretto con la Piccola Media Impresa e diventare un partner strategico nelle politiche di funding, quindi, intermediando finanza diretta ma anche finanza di altri operatori sul mercato.”
“Siamo molto soddisfatti in quanto la risposta è positiva e la conoscenza del prodotto si sta diffondendo sia nel panorama della piccola media impresa che nella nostra rete commerciale. Tutti gli imprenditori che hanno fatto questa esperienza ci riportano che a seguito di questa (con il nostro mini-bond) sono stati contattati da fondi di private equity piuttosto che beneficiarne con i loro clienti e/o fornitori o ancora hanno avuto importanti opportunità di business.
Riconoscono, dunque, che i mini-bond hanno loro consentito di contraddistinguersi nella comunità finanziaria. Oggi sono i nostri clienti a richiedere il ricorso a questa opportunità anziché al funding tradizionale ed a proiettarsi verso il mercato dei capitali per la programmazione aziendale.”
“Lo strumento del mini-bond è a medio lungo termine con investimenti variegati per finanziare la crescita interna, o la crescita per l’internazionalizzazione o anche per finanziare acquisizioni.
Personalmente credo tanto nel mini-bond. Dieci anni fa i prestiti obbligazionari si fermavano all’8% del debito finanziario delle società italiane mentre adesso siamo già al 14%. È un mercato che sta crescendo; tanto è stato fatto ma molto c’è ancora da fare soprattutto guardando ad altri mercati come quello francese. Un altro metro di comparazione sulla crescita dei mini-bond sta nel fatto che anche le altre banche lo stanno promuovendo.”
Conclude poi Walter Sabella: “Per accedere ad un mini-bond o ad un basket bond, infine, l’imprenditore deve certificare il proprio bilancio, formulare un business plan strutturato che rappresenti bene i piani di crescita dell’azienda e la strategia aziendale in quanto questa è l’occasione per l’azienda di promuovere i propri piani ad un investitore diverso dalle Banche e che non ha relazione pregressa con l’imprenditore e con il management.
Per emettere il mini-bond, inoltre, l’impresa deve dotarsi di una struttura interna apposita che segua questo tipo di prodotto e ne segua anche i dettami di informativa verso gli investitori.”
Fonte: Camera di Commercio di Venezia Rovigo
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