Lavanderie: sostenibilità in Europa

Le lavanderie artigiane chiedono spazio in Europa: “Inserire la manutenzione nelle strategie tessili UE”
Cortese (Federazione moda): “Artigiani contro il fast-fashion: “la vera sostenibilità è nella durata. Dobbiamo continuare a raccontare con orgoglio la nostra storia sostenibile consapevoli che c’è un’unica grande filiera del made in Italy, che coinvolge produttori e servizi”.
Lunardon (Pulitintolavanderie): ”Le nostre imprese non sono semplici lavanderie: sono presidi di economia circolare”
Una buona manutenzione allunga la vita degli abiti e ne riduce l’impatto ambientale: è il principio che guida la battaglia delle lavasecco artigiane del Veneto, che rivendicano un ruolo strategico nella nuova economia circolare della moda.
Nell’ambito del pacchetto europeo sull’economia circolare e della nuova strategia UE per un settore tessile sostenibile e circolare, Confartigianato Imprese Veneto scende in campo al fianco delle pulitintolavanderie per chiedere il riconoscimento formale della manutenzione del capo – ovvero lavaggio, cura, ripristino – come fase fondamentale del ciclo di vita dell’abbigliamento.

La richiesta è tanto semplice quanto rivoluzionaria: inserire esplicitamente il termine “manutenzione” nei documenti ufficiali europei che definiscono le responsabilità dei produttori. Perché se è vero, come stabilisce la nuova direttiva UE, che chi immette sul mercato un capo d’abbigliamento ne è responsabile dalla produzione allo smaltimento, allora è altrettanto vero che una corretta manutenzione è ciò che può fare la differenza tra un abito che dura cinque anni e uno che finisce in discarica dopo due lavaggi.
“Pulire un capo non è solo un gesto igienico, è un atto di sostenibilità. Le nostre imprese non sono semplici lavanderie: sono presidi di economia circolare”, spiega Carla Lunardon, Presidente nazionale del Gruppo di Mestiere delle pulitintolavanderie di Confartigianato Veneto.
Il settore, che a dicembre 2024 registrava in Veneto 760 micro e piccole imprese artigiane, chiede che sia finalmente riconosciuto il proprio ruolo nella prolungata durabilità dei capi, in linea con i principi dell’eco-design, che punta a prodotti più resistenti, riparabili e riutilizzabili. Un capo ben progettato, infatti, deve anche poter essere ben mantenuto: lavato, asciugato, trattato in modo professionale e sostenibile.
“Non si può parlare di ciclo di vita del tessile senza considerare quella parte intermedia – invisibile ma cruciale – che tiene vivo un capo nel tempo. È lì che entriamo in gioco noi”, aggiunge Carla Lunardon.
Per Eros Cortese, vicepresidente della Federazione Moda, presente ieri pomeriggio a San Donà dove il dibattito è stato aperto “la vera sostenibilità è nella durata: noi ci opponiamo alla logica del fast fashion. Creiamo capi pensati per durare, per essere amati, riparati, tramandati. Ogni punto fatto a mano, ogni finitura curata, è un investimento contro lo spreco. Un capo artigianale non è un rifiuto domani, è un tesoro per anni se pulito e manutentato in maniera corretta. Come artigiani dobbiamo continuare a raccontare con orgoglio la nostra storia sostenibile consapevoli che c’è un’unica grande filiera del made in Italy, che coinvolge produttori e servizi”.
L’inserimento del concetto di “manutenzione” nel testo della direttiva europea sul tessile rappresenterebbe un passo concreto verso una filiera della moda davvero sostenibile, dove anche chi si prende cura dei capi contribuisce a ridurre l’impatto ambientale del settore.
Un’occasione chiave per questo riconoscimento è rappresentata dall’introduzione, prevista dalla nuova strategia, del Passaporto Digitale del Prodotto Tessile (Digital Product Passport): un’etichetta intelligente accessibile tramite QR code, che accompagnerà ogni capo con informazioni su composizione, provenienza, impatto ambientale e modalità di smaltimento.
Confartigianato Veneto propone che in questo strumento siano incluse anche le istruzioni per una corretta manutenzione professionale, con indicazioni chiare e aggiornate che possano guidare consumatori e operatori del settore verso scelte più consapevoli e sostenibili.
“L’artigianato ha un valore importante per il territorio ed è per sua natura sostenibile. Le pulitintolavanderie ne sono un esempio concreto: custodiscono competenze, danno lavoro e fanno economia circolare ogni giorno, anche se in silenzio”, dichiara Siro Martin, Presidente di Confartigianato Città Metropolitana di Venezia.
In altre parole, la sostenibilità non si esaurisce nella produzione, ma continua nel tempo, e le pulitintolavanderie artigiane vogliono essere parte attiva di questa trasformazione.