Legno-Arredo, settore chiave in Italia
l settore del Legno-Arredo in Italia vanta oltre 37mila aziende e un fatturato complessivo di 42 miliardi di euro. Oltre un terzo del fatturato complessivo proviene da Trentino-Alto Adige (contribuendo al 4% del fatturato nazionale), Friuli-Venezia Giulia (11%) e Veneto (20%)
Il settore del Legno-Arredo costituisce uno dei pilastri fondamentali del made in Italy. Rappresenta infatti un comparto dell’industria italiana che ha guadagnato fama globale come espressione delle migliori qualità industriali, stilistiche e artigianali del nostro paese.
Questo settore vanta oltre 37milaimprese e un fatturato di 42 miliardi di euro, caratterizzandosi per una forte presenza nelle regioni del Nord Est. Quasi una impresa su quattro e oltre un terzo del fatturato complessivo provenienti da Trentino-Alto Adige (contribuendo al 4% del fatturato nazionale), Friuli-Venezia Giulia (11%) e Veneto (20%, con oltre 5.000 imprese attive). Sono i dati diffusi da Prometeia.
Nelle analisi territoriali emergono notevoli livelli di specializzazione in numerose province, che spaziano dalla lavorazione del legno a Trento e Bolzano alla produzione di mobili per camera e soggiorno in province come Padova, Treviso, Vicenza e Pordenone (quest’ultima con un peso del settore sull’economia locale ben 27 volte superiore alla media nazionale) e Udine.
“Il progetto Legno-Arredo, settore chiave del Made in Italy, rientra all’interno della programmazione degli interventi di promozione economica e internazionalizzazione per l’anno 2023 della Regione del Veneto – spiega Franco Conzato, direttore generale di Venicepromex – Agenzia per l’Internazionalizzazione – è stretta la collaborazione tra Venicepromex e Confartigianato Imprese Veneto, Confindustria Veneto Est e UniCredit: un lavoro di squadra che punta a favorire la competitività delle nostre eccellenze venete del comparto, promuovendo e consolidando le relazioni commerciali all’estero”.
Un altro aspetto distintivo del Nord Est è la dimensione delle imprese, mediamente oltre il 50% più grandi rispetto alla media nazionale, un fattore critico per il successo in un contesto economico in continua evoluzione.
Le imprese di questo settore si distinguono come “giramondo”, con oltre 4.400 aziende esportatrici e una quota di fatturato realizzato all’estero superiore al 45%. Le esportazioni sono principalmente dirette verso mercati maturi ad alto reddito, con il 51% delle esportazioni verso l’Europa occidentale e il 17% verso il Nord America.
Negli ultimi anni, le regioni del Nord Est sono riuscite ad aumentare la loro quota di mercato in questi paesi e hanno conquistato anche fasce di domanda a maggiore capacità di spesa nelle economie emergenti, con il 12% delle esportazioni rivolto all’Europa orientale, il 10% all’Asia e il 7% al Nord Africa-Medio Oriente.
“L’evento organizzato a Padova vuole mettere sotto i riflettori un settore chiave per l’economia italiana e Nord Est – dichiara Francesco Iannella, Regional Manager Nord Est di UniCredit -. Il nostro impegno per le comunità in cui operiamo si concretizza nell’analisi di sfide e opportunità per le imprese del territorio, con un focus specifico sulle tendenze “futuribili”.
In questa ottica gli incontri B2B che organizzeremo insieme a VenicePromex, con una platea di buyers esteri selezionati, rappresentano un’opportunità concreta per le imprese nordestine di esplorare e approfondire nuovi sbocchi commerciali sui mercati globali”.
Tornando all’Italia, il mercato dei prodotti per la casa è stato influenzato da fattori esterni, tra cui incentivi legati al settore dell’edilizia e gli impatti della pandemia, che hanno aumentato le spese delle famiglie italiane per l’ambiente domestico, rappresentando ora il 20% delle spese complessive, con un aumento di oltre 2 punti percentuali nell’ultimo decennio.
Nel medio termine, l’aspetto che potrebbe avere un impatto negativo sulla domanda, a livello nazionale e internazionale, è la politica monetaria. Il rialzo dei tassi di interesse, causato da scarsi successi nel controllo dell’inflazione e significative conseguenze sulle previsioni di crescita dell’economia globale (specialmente in Europa e in Asia), sta iniziando a influenzare negativamente il settore immobiliare e delle costruzioni. Si registra una diminuzione dei permessi di costruzione e degli erogati mutui.
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