• 15/02/2025

Lo sport è cultura: verso Milano Cortina 2026

 Lo sport è cultura: verso Milano Cortina 2026

Tra 7mila impianti, 13mila società e progetti innovativi nelle scuole, lo sport valorizza il territorio e diventa diritto universale per i giovani. Ne parla il presidente del CONI Veneto, Dino Ponchio

Nella Regione Europea dello Sport 2024 che ospiterà anche le Olimpiadi invernali Milano Cortina 2026, si registrano più di 5mila società sportive con un tasso di pratica tra i più alti in Italia: più del 40 per cento della popolazione pratica sport in modo

continuativo o saltuario. Ne abbiamo parlato con Dino Ponchio, presidente CONI Veneto.

Presidente Ponchio, come può lo sport contribuire a valorizzare il patrimonio culturale e turistico del Veneto?

«In tempi non sospetti, nel 1978, organizzai a Padova, in un luogo di alto profilo culturale, un convegno intitolato Sport è cultura. All’epoca destò un po’ di scandalo, ma oggi il concetto che lo sport rappresenti anche un aspetto della cultura è ormai ampiamente accettato ed è un tassello centrale e importante per la società, tanto che è stato recentemente inserito nella Costituzione. Il Veneto si distingue per l’altissima partecipazione sportiva:

650mila tesserati, 13mila società sportive e 160mila addetti ai lavori. Inoltre, la regione vanta una grande qualità nei risultati: basti pensare alle medaglie olimpiche o alla presenza di eccellenze sportive. Lo sport non

solo promuove il territorio, ma lo valorizza».

Con più di 7mila impianti, qual è la situazione delle infrastrutture sportive in Veneto?

«Il mio mantra è: utilizziamo al meglio ciò che abbiamo e mettiamolo a norma. Non siamo affatto desertificati: di impianti ce ne sono, ma molti sono obsoleti. Per questo motivo, la priorità è ristrutturare e adeguare le strutture esistenti, piuttosto che costruirne di nuove. Per farlo servono interventi e sostegni pubblici, come quelli del Pnrr, ma non solo».

Come si sta coordinando il Veneto con la Lombardia nell’organizzazione delle Olimpiadi?

VENETO ECONOMY - Lo sport è cultura: verso Milano Cortina 2026
Dino Ponchio, presidente CONI Veneto

«Le Olimpiadi, come dico sempre, “sono un’altra cosa”. Sono l’apice della pratica sportiva e riguardano principalmente il CONI nazionale, rappresentato dal presidente Malagò, e i governatori delle regioni, come Zaia per il Veneto. Noi, come CONI regionale, ci occupiamo di supportare l’organizzazione e soprattutto di promuovere lo spirito olimpico nelle scuole e tra le società di base. La mia missione, però, resta quella di far fare sport a quante più persone possibile».

Come intende raggiungere questo obiettivo? Quali strategie vengono adottate per promuovere la pratica sportiva tra i giovani nella regione?

«Il nostro obiettivo è che lo sport diventi davvero un diritto per tutti i ragazzi. Il Veneto ha già numeri alti: circa il 60 per cento dei giovani pratica sport, ma vogliamo che diventino il 100 per cento. Uno dei problemi principali è l’abbandono: molti ragazzi iniziano a praticare sport, ma poi smettono. Per affrontarlo, stiamo preparando le società sia dal punto di vista tecnico sia da quello gestionale. Inoltre, promuoviamo numerosi progetti rivolti a scuole, società e famiglie per stimolare una pratica continuativa».

Come viene affrontato lo sport nelle scuole?

«Io nasco come insegnante di educazione fisica, quindi conosco bene l’ambiente, anche se ho insegnato fino agli anni ’80. Le scuole sono un tema delicato. Ad esempio, l’attività motoria nelle scuole primarie è ancora carente: io credo sia fondamentale introdurla già dai primi anni per inculcare fin da piccoli la cultura dello sport, quella che io chiamo il “virus dello sport”.

Una volta presa l’abitudine, non passa più. Noi abbiamo diversi progetti dedicati alle scuole, sia per formare e aggiornare gli insegnanti sia per promuovere lo spirito olimpico in vista di Milano Cortina 2026. Tra questi mi piace ricordare l’iniziativa che coinvolge le scuole medie e il primo anno delle superiori ed è una sfida tra classi ispirata al cammino della fiaccola olimpica. Noi forniamo ai ragazzi un contapassi per tracciare i chilometri percorsi e, sommandoli a quelli dei loro compagni di classe, simuliamo un viaggio simbolico da Pechino a Cortina. È un modo per stimolare l’attività fisica con un pizzico di competizione sana».

Quali sono le maggiori sfide che il CONI Veneto sta affrontando oggi?

«La sfida più grande per lo sport italiano, e quindi anche veneto, è far fronte alla pessima legge di riforma sul lavoro sportivo. Anche se, grazie a molte proteste, la legge è stata in parte modificata, resta il problema dei costi fissi per le società, che sono aumentati del 30 per cento. Per aiutare le società, abbiamo organizzato più di 40 incontri come Scuola dello Sport del Veneto. Inoltre, collaboriamo con enti come fondazioni bancarie o amministrazioni locali per fornire sostegni economici alle famiglie in difficoltà, in modo che nessun ragazzo debba rinunciare allo sport».

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Simona Savoldi

Giornalista e addetta stampa

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