Rivoluzione del turismo in camper

Daniele Ceccotti. Nel settore veicoli ricreazionali dal 1999. Fondatore e amministratore di Camperbusiness che offre noleggio camper e consulenze a imprese ed enti che desiderano calamitare turismo “plein air”
Il turismo in camper è un’esperienza che si affianca alle più tradizionali forme di ospitalità. Le destinazioni che non dispongono di alberghi e che tuttavia sono ricche di attrazioni culturali ed enogastronomiche possono accogliere camperisti con significativo giovamento per l’economia locale.
Chi viaggia in camper tende a spendere in ristoranti, negozi di prodotti tipici e attrazioni turistiche, contribuendo così anche al sostentamento di attività locali. La spesa statisticamente stimata di un equipaggio medio (4 persone) in camper sfiora i 200 euro al giorno, al netto dei costi di carburante. Ove esistono aree di sosta temporanea per camper e van è assolutamente possibile monetizzare il pedaggio e generare entrate.
Nel caso di aree sosta comunali, l’ente recupera in pochi anni l’investimento strutturale. Le aree dove la ricettività alberghiera o i B&B sono pochi, l’offerta culturale, degli itinerari possibili, delle tante attrattive enogastronomiche o artigianali spesso soffre per la ridotta permanenza del turista. È frequente sentir etichettare una certa meta come “toccata e fuga”.

Si dimentica che il turista in camper, potendo pernottare o prolungare il proprio soggiorno, privilegia esperienze autentiche, scopre e apprezza le tradizioni, le arti e le festività locali. Questo atteggiamento viene facilmente ridondato nella “community” dei turisti itineranti e contribuisce a valorizzare e promuovere il patrimonio culturale.
Accogliere camperisti può stimolare la creazione di reti di collaborazione tra operatori economici come ristoranti, produttori di vino, agriturismi, guide e operatori turistici.
L’interconnessione settoriale nelle comunità locali e nelle aree interne è, oggi, una necessità e lì occorre l’intervento degli Enti locali i quali – in molte realtà di rete e consorzi – hanno saputo coagulare sinergie virtuose e favorito la creazione di pacchetti turistici integrati.
Attività che si svolgono in perfetta sincronia con le stagioni (vendemmia, raccolta del tartufo, norcineria) e con il folklore.
Questo tipo di offerta verace, quando sia comunicata con efficacia, diventa esperienza desiderabile in quanto unica e tuttavia misurabile e ripetibile. Favorire il turismo in camper è una scelta politica lungimirante che favorisce filiere brevi quali il prodotto locale, i tour enogastronomici, le lavorazioni artigianali. Accogliere camperisti può aumentare la visibilità delle destinazioni
Daniele Ceccotti attraverso il passaparola e la condivisione sui social media. I turisti plein-air, infatti, scelgono i luoghi ove sostare che abbiano almeno due requisiti: decoro e sicurezza. Queste tappe diventano subito miliari nella narrazione della vacanza agli amici e soprattutto sui social.
Le immagini di luoghi pittoreschi sono stimolo e referenza per ulteriori visitatori e contribuiscono a costruire una reputazione positiva per la località. In conclusione, invitare e accogliere camperisti nella propria comunità ricca di attrattive offre numerosi vantaggi: porta benefici economici, favorisce la valorizzazione del patrimonio locale e la creazione di un turismo più sostenibile e autentico.
Le aggregazioni locali e gli amministratori pubblici dovrebbero considerare seriamente di investire in infrastrutture adeguate e accogliere questo segmento di mercato in crescita, promuovendo al contempo le ricchezze del proprio territorio.
Scopri di più su Camperbusiness
Intervento di Daniele Ceccotti