• 24/03/2025

T4i, la start up punta sul green

 T4i, la start up punta sul green

Management board di T4i. Da sinistra Nicolas Bellomo, Elena Toson, Daniele Pavarin e Stefano Amata

Tra le aziende aerospaziali italiane in forte crescita c’è T4i, spin-off dell’Università di Padova. Abbiamo parlato con Elena Toson, ingegnere membro del cda e responsabile delle operazioni e sviluppo business

Con un indotto di 13,5 mld di euro (0,65 per cento del PIL), l’industria aerospaziale italiana comprende oltre 4mila aziende e sono 159mila i posti di lavoro creati dal settore. Formata da un team guidato dal professor Daniele Pavarin, la start up T4i si è affermata negli anni come un centro di eccellenza nello sviluppo di tecnologie propulsive all’avanguardia. Oggi ci lavorano una cinquantina di persone, età media sotto i 30 anni.

L’azienda collabora con istituzioni come l’Agenzia Spaziale Europea, l’Agenzia Spaziale Italiana, il Consiglio Nazionale delle Ricerche e numerose aziende italiane e straniere. Il settore aerospaziale è uno dei più aperti all’innovazione. Qual è il contributo di T4i?

«Noi ci occupiamo di mobilità satellitare, sia portando in orbita i satelliti con lo sviluppo di sistemi propulsivi per microlanciatori, sia spostando i satelliti in orbita. Di fatto, integriamo sistemi propulsivi all’interno di carrozze satellitari, per far sì che queste abbiano la possibilità di ottimizzare le loro operazioni e permettano al satellite di rientrare a terra nel momento in cui esso termina la sua vita operativa.

Lavoriamo su sistemi che dal punto di vista dell’innovazione tecnologica sono pregnanti, ma ci interessa molto anche mantenere le operazioni satellitari sostenibili nel tempo: tutto ciò che andiamo a portare in orbita non deve diventare spazzatura spaziale.

Fino agli anni 2000, il mondo satellitare era legato alle istituzioni e alle agenzie spaziali, poi sono entrati gli investimenti privati e c’è stata una miniaturizzazione delle tecnologie. Questo ha permesso ad aziende private di entrare nel settore, che con investimenti relativamente piccoli hanno portato nuove tecnologie nello spazio. I sistemi propulsivi erano nati come sistemi molto costosi e con delle grandi performance.

VENETO ECONOMY - T4i, la start up punta sul green

Nel momento in cui i satelliti sono diventati più piccoli e meno costosi, è iniziata la domanda di motori proporzionati a queste caratteristiche. A quel punto siamo entrati in campo noi, per portare qualcosa di conveniente dal punto di vista economico ma sempre altamente performante all’interno di queste nuove necessità.

Un’altra nostra caratteristica è l’utilizzo di propellenti verdi. Al posto dei propellenti tossici difficili da reperire e da trasportare usati fino a qualche anno fa, noi abbiamo scelto propellenti atossici che possono essere facilmente integrati nelle piattaforme satellitari e che danno una serie di vantaggi alla piattaforma, oltre a essere più economici e facilmente reperibili.

Per esempio, al posto dello xenon, utilizzato per anni nelle piattaforme satellitari come propellente di motori elettrici, utilizziamo lo iodio, che costa cento volte meno e si trova facilmente. Inoltre, abbiamo sostituito l’idrazina, sostanza altamente tossica utilizzata per la propulsione chimica, con l’acqua ossigenata. Tutto questo ci permette anche di essere competitivi sul mercato».

La vostra azienda era presente a IAC 2023, il Congresso Internazionale di Astronautica svoltosi a Baku dal 28 settembre al 6 ottobre. Quali sono le interazioni e le opportunità che avete ricavato da questo evento?

«Ci siamo messi in relazione con i maggiori players del settore, sia quelli istituzionali che quelli privati. Lo IAC, oltre alla parte business, si porta dietro un congresso di riferimento, che vuole fare il punto sugli avanzamenti tecnologici nel settore.

Noi eravamo insieme all’Italian Trade Agency, l’organismo che si occupa della promozione all’estero e dell’internazionalizzazione delle imprese italiane. Questo ci ha permesso di colloquiare sia con l’industria nazionale che con quella estera. Si tratta dell’evento itinerante più importante dell’anno: il prossimo anno si svolgerà a Milano e nel 2025 a Sidney.

Cambiare ogni anno sede e scegliere anche Paesi non facili dal punto di vista della situazione politica, lancia un messaggio molto forte e per me fondamentale: la collaborazione tra Paesi in settori innovativi e tecnologicamente molto avanzati va oltre i problemi di geopolitica».

 

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Giulia Baglini

Giornalista specializzata sui temi dell’innovazione e della sostenibilità

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