Treviso per “capitale europea della cultura”
Treviso: al via la candidatura per “capitale europea della cultura”, occasione per ripensare identità e radici storiche
Ecco perché Confcommerciocè
Intervento di Federico Capraro, Presidente Ascom-Confcommercio Treviso
#Confcommerciocè è l’hashtag che accompagna l’Associazione in questi anni ed anche nella partecipazione a questo importante progetto con la predisposizione della propria proposta di partecipazione nella nuova piattaforma a sostegno della candidatura di Treviso a Capitale della Cultura 2026.
Ci siamo, ci stiamo, vogliamo esserci, partecipare e sostenere il territorio, per raggiungere l’obiettivo, ma anche solo per fare insieme questo importante percorso di rete e di collaborazione che varrà ben oltre il 2026.
Perché in questa candidatura non c’è solo Treviso, c’è tutta la trevigianità capace di progettare, lavorare, produrre, ripensare le proprie radici, le proprie origini, i propri stereotipi e luoghi comuni, c’è un pensiero alto che, come ha detto dal Presidente Sergio Mattarella a Matera nel 2019, sta a indicare una “una cultura che include, che genera solidarietà; e che muove dai luoghi, dalle radici storiche”.
Dalla Treviso di Signori e Signori la città ne ha fatta di strada: in quasi 60 anni Treviso è diventata prima capitale della manifattura e della piccola e media imprenditoria capace di aprire nuove imprese e di innovare in quelle storiche, poi mèta italiana per le grandi mostre e luogo di sperimentazione per un turismo nuovo di forte identità con arte, enogastronomia, sport e natura.
Da “periferia” di Venezia a destinazione turistica con lo sviluppo dello scalo Canova che da solo movimenta circa 2 milioni e mezzo di passeggeri all’anno (dato 2022), a città dei servizi e della cultura diffusa con l’Università e i nuovi musei (le due sedi del Salce) e la ristrutturazione completa del Bailo e del complesso di S. Caterina.
Una città che si è fatta notare nel panorama sociale e culturale per la qualità dei Festival grazie alla costituzione di una sapiente rete (il successo di Suoni di Marca, appena concluso), ha saputo rendere feconde le tipicità locali, come radicchio, prosecco, tiramisù, “ciccheti” trasformandole in progetti, concorsi, e talenti che travalicano i confini nazionali ed europei.
Una città che ha definito la qualità della vita come valore culturale, città nella quale si vive, si lavora, si sta insieme con volontari e associazioni per il bene comune per una “Treviso da Vivere”.
Candidarsi per il 2026 significa dotare Treviso, e con essa tutta la cintura urbana e l’area vasta che la circonda, di un nuovo e forte impulso ideale per una nuova fase della sua trasformazione.
Significa infatti poter pensare a una città senza confini che passa da una fase in cui una opportunità per lo più già colta e a misura d’uomo – quella di rendere fruibile il suo territorio, nella sua interezza, con i suoi contenuti museali, architettonici e culturali e con ampie ricadute turistiche e commerciali – a una nuova fase in cui punta ad attrarre stabilmente talenti culturali, economici, tecnologici, innovativi.
Treviso – cogliendo questa sfida, che sia vinta o meno – può concretizzare la possibilità di diventare una città se sposerà questa visione allargata che unisce e condivide i valori e le attrattive dei territori limitrofi come valori e attrattive proprie (dalle Colline Patrimonio Unesco, all’Asolano e Montello, al lungo Sile e così via).
A questo approccio va il plauso del Comune di Pieve di Soligo, certamente esempio e stimolo per altre amministrazioni che, nell’esprimere sostegno a Treviso anche per l’esperienza vissuta, ha compreso tutto il valore dell’effetto “ricaduta” dimostrando di ragionare in un’ottica di area vasta e non di campanili.
Senza troppo discutere se Treviso sia troppo piccola per essere grande o troppo grande per essere piccola, lavoriamo insieme per un nuovo modello culturale per progettare, fruire, comunicare tutta la forza, la dignità, e la capacità di pensiero delle città da vivere. Ecco perché vale la pena di provarci, ecco perché anche ConfcommercioTrevisocè
Forza Treviso!
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