• 06/02/2025

Veneto, custode di cultura

 Veneto, custode di cultura

Cristiano Corazzari

Veneto, custode di cultura. Abbiamo intervistato Cristiano Corazzari, assessore alla Cultura di Regione Veneto

Il Veneto è una delle regioni italiane con il patrimonio culturale più ricco e variegato con oltre 2 milioni di beni e luoghi, 9 siti Patrimonio dell’Umanità Unesco, oltre 4mila ville storiche, più di 10mila eventi.

Cristiano Corazzari, qual è la sua visione generale della cultura nella Regione Veneto? Come si inserisce nel contesto nazionale ed europeo?

«Il Veneto conosciuto soprattutto per il carattere distintivo e millenario della Serenissima, in realtà ha una storia lunga tremila anni, che ha dato alla Regione e ai veneti quel Dna che è rimasto sostanzialmente integro attraverso i secoli, anzi i millenni: l’accoglienza, lo scambio, il dialogo, il confronto.

Una apertura al mondo che nel 2024 ha trovato idealmente in Marco Polo, mercante e viaggiatore veneziano, il testimonial più genuino, visto che ricorrono i 700 anni sua morte. Una cultura straordinariamente ricca e impossibile da sintetizzare in poche righe.

Tutto rappresenta ed esprime legami e connessioni con il mondo, come ad esempio il prezioso patrimonio con le oltre 3.820 Ville Venete, e la grande bellezza del patrimonio mondiale Unesco con nove siti che sono: Venezia e la sua Laguna, Le Dolomiti, Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, la Città di Vicenza e le ville palladiane del Veneto, la città di Verona, l’Orto Botanico di Padova, i cicli affrescati del XIV secolo a Padova, le opere di difesa veneziane tra il XV e il XVI secolo, i siti palafitticoli prestorici dell’arco alpino.

Quando parliamo di ville palladiane ricordiamo che Andrea Palladio, architetto veneto, è stato il genio dell’architettura che ha rivoluzionato il modo di progettare e pensare gli edifici. L’influenza del palladianesimo oltreoceano fu tale che il Congresso degli Stati Uniti d’America, con la risoluzione n. 259 del 6 dicembre 2010, ha riconosciuto Palladio come “padre dell’architettura americana”.

Il Veneto, inoltre, è l’unica regione italiana che può vantare la presenza di due Fondazioni liriche nel proprio territorio, “brand” conosciuti in tutto il mondo quali l’Arena di Verona e Teatro La Fenice di Venezia, oltre al Teatro Stabile del Veneto che è stato riconosciuto dal Ministro della Cultura “teatro nazionale” e comprende il Teatro Goldoni di Venezia, il Teatro Verdi di Padova, e il Teatro Mario Del Monaco di Treviso.

Le politiche culturali e turistiche avviate contribuiscono a far sì che il Veneto continui ad affermarsi con cifre da record, prima regione in ambito turistico. I dati Istat ci dicono che anche nel 2023 la nostra è stata la regione preferita dai turisti, anche tra quelli stranieri, sommando circa 72 milioni di presenze».

Quali sono le priorità strategiche per il suo assessorato in termini di promozione culturale?

«Questa amministrazione promuove e valorizza i diversi e numerosi saperi del territorio, frutto di una storia millenaria. La collaborazione con enti territoriali, nazionali e sovrannazionali, associazioni, imprese consente una regia di ampio respiro in un sistema sinergico e dinamico. Nel 2019 siamo intervenuti con l’approvazione di una “legge quadro per la cultura”.

Una vera e propria riforma per promuovere socialmente ed economicamente il settore culturale nel Veneto. Una operazione di ammodernamento legislativo che ha superato la “vecchia” normativa del settore, composta da decine di leggi, ormai non più in sintonia con le esigenze culturali della società veneta, allineandola all’attuale quadro legislativo di riferimento, nazionale ed europeo.

Erano 30 anni che la normativa del settore cultura non veniva aggiornata e, in queste azioni di ammodernamento, sono state abrogate 28 leggi regionali. Per la prima volta la Regione ha iniziato a lavorare attraverso il Programma triennale della cultura, strumento strategico per la pianificazione degli interventi in materia di beni e patrimonio culturale, di sistema regionale degli istituti della cultura, di attività culturali e di spettacolo, ispirato ai principi e alle finalità su cui si fonda la legge stessa».

Quali sono le maggiori sfide che il settore culturale sta affrontando in Veneto?

«La sfida principale consiste nel continuare a riconoscere la cultura come risorsa fondamentale per la crescita umana, per lo sviluppo sociale ed economico della comunità, per la promozione dei diritti umani, del dialogo tra le persone e della qualità della vita.

È fondamentale tenere in armonia tra loro dei principi fondamentali, che sono anche quelli che troviamo nella nostra legge quadro e che riguardano: pluralismo e partecipazione, sostenibilità e specificità, raccordo delle politiche culturali con le politiche in materia di istruzione, formazione, turismo, ambiente, territorio, industria e attività produttive, anche al fine di promuovere la tradizione, la rielaborazione creativa e la trasferibilità dei valori culturali verso il sistema economico produttivo, promozione, valorizzazione della conoscenza e conservazione del patrimonio culturale, materiale e immateriale del Veneto, inclusi il paesaggio e il patrimonio diffuso, con particolare riguardo al patrimonio di eccellenza e a quello che connota il territorio veneto.

Fondamentale, inoltre, la valorizzazione delle diverse culture, espressione della storia, delle tradizioni e del patrimonio linguistico delle comunità locali del Veneto e delle comunità venete nel mondo».

Come si integra la tecnologia nella promozione della cultura? Esistono progetti per digitalizzare e rendere più accessibili i contenuti culturali del Veneto?

«La Regione Veneto ha messo in atto diverse iniziative in questo ambito, con azioni che rientrano nei più ampi programmi di sviluppo regionale che puntano a valorizzare il territorio, promuovere l’innovazione e preservare il ricco patrimonio culturale veneto.

Sono stati anche pubblicati bandi con sostegno delle imprese culturali e creative, con particolare attenzione alla digitalizzazione del patrimonio culturale. Alcuni dei principali strumenti di finanziamento e sostegno sono il Pnrr per la digitalizzazione del patrimonio culturale per il quale sono stati assegnati al Veneto circa 6 milioni di euro. Sono in fase di avvio diversi cantieri per la digitalizzazione di beni museali, bibliografici o archivistici di proprietà pubblica.

Nella Programmazione dei fondi PR FESR 2014-2020 sono stati messi a disposizione delle imprese culturali e produzioni cinematografiche più di 16 milioni di euro con l’obiettivo di rafforzare il sistema culturale già presente attraverso la creazione di nuove imprese e lo sviluppo e il consolidamento dei soggetti che già operano nel mercato locale.

Nella Programmazione PR FESR 2021-2027 viene nuovamente dato ampio spazio alla cultura e al sostegno delle imprese culturali e creative e alla produzione audiovisiva. Ad oggi sono stati attivati per il 2021–2027 bandi per 8 milioni di euro per le imprese. Abbiamo ancora a disposizione 4 milioni di euro per nuovi bandi e sono previsti ulteriori bandi per la digitalizzazione del patrimonio e dei servizi del settore culturale destinati al privato per 5 milioni di euro.

Per il cinema, grazie anche ai fondi strutturali europei, dal 2018 al 2027 in totale saranno investiti 30 milioni di euro con l’obiettivo di sostenere la crescita delle imprese operanti nei settori della cultura, dello spettacolo e della produzione cinematografica favorendo processi di innovazione e incremento dei livelli occupazionali.

Il Veneto è protagonista della produzione cinematografica e audiovisiva italiana e internazionale. È recentissima, infatti, la notizia della presenza nel territorio veneto, in contemporanea, di sei set attivi. Concludo ricordando che il processo di digitalizzazione rappresenta una risorsa strategica per la cultura e la promozione del turismo culturale e la valorizzazione del patrimonio veneto, con l’obiettivo di rendere e le risorse culturali accessibili a livello globale.

La digitalizzazione che riguarda la creazione di versioni digitali di oggetti culturali fisici, come opere d’arte, archivi storici, monumenti e siti archeologici, riguarda innumerevoli realtà come biblioteche, musei e istituzioni culturali che hanno avviato progetti di digitalizzazione per rendere accessibili le loro collezioni a un pubblico più ampio.

Certamente ci sarà un impatto anche con l’uso dell’intelligenza artificiale utilizzata per analizzare grandi quantità di dati culturali che potranno essere utili nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio, o a identificare i danni nelle opere d’arte e prevedere possibili deterioramenti, facilitando il processo di restauro.

Le nostre esperienze di visita nei musei cambieranno con una personalizzazione in base agli interessi del visitatore, come l’utilizzo di giochi o esperienze interattive che incentivano la scoperta dei tesori nascosti delle città venete. L’innovazione in questa terra è sempre stata centrale e sono certo continuerà a esserlo anche in futuro e in questo senso le collaborazioni tra pubblico e privato sono essenziali».

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Simona Savoldi

Giornalista e addetta stampa

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